[Test] Freni Formula Cura

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Durante le ultime due stagioni Formula ha totalmente aggiornato il suo brand creando un nuovo logo e una veste grafica interamente rinnovata ma soprattutto presentando una serie di nuovi prodotti che hanno dato vita a una gamma completa che contempla forcelle, ruote e freni. Oggetto di questo test sono i Formula Cura, che rappresentano l’attuale prodotto di punta del settore freni del marchio pratese. Interamente realizzati in Italia, i Cura propongono diverse novità miscelate con alcuni dei punti di forza storici di Formula, maturati grazie a un know how che getta le proprie radici sin dal 1993, anno in cui il marchio ha iniziato a produrre impianti frenanti per la MTB.



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Dettagli

  • Corpo forgiato in lega di alluminio
  • Finitura anodizzata lucida
  • Leva forgiata in lega di alluminio
  • Diametro pistoni 24mm
  • Lunghezza cavi: 100cm anteriore – 165cm posteriore
  • Funzionamento con olio minerale dedicato
  • Regolazione distanza della leva
  • Sistema di sgancio rapido Speed Lock
  • Pastiglie organiche di serie – sinterizzate opzionali
  • Collarini MixMaster compatibili SRAM o Shimano opzionali
  • 2 colorazioni: Glossy Black – Polished

La principale innovazione che ha coinvolto i Cura è indubbiamente l’adozione dell’olio minerale in luogo del fluido DOT, assoluta novità per gli impianti frenanti Formula. Si tratta di un olio particolare che è stato oggetto di numerosi test prima di essere promosso in via definitiva. Le performance di alta qualità di questo olio minerale, specifico per i Cura, si sono dimostrate in grado di eguagliare quelle del fluido DOT precedentemente utilizzato, unendo al contempo i vantaggi tipici dell’olio minerale quali l’idrofobia (al contrario del DOT che è igroscopico) e il fatto che non sia corrosivo.

Il pompante dei Cura ha una forma estremamente snella e semplice ma al contempo molto curata. Il corpo è realizzato in lega di alluminio forgiata ed è protetto da un’anodizzazione robusta con grafiche laserate. La forma è simmetrica per cui è possibile montare le leve su entrambi i lati, a prescindere che si preferisca il freno anteriore a destra piuttosto che a sinistra del manubrio.

Il serbatoio dell’olio è perfettamente integrato all’interno del corpo stesso del pompante con accesso sul lato, dove è posta la membrana di compensazione. La leva forgiata in lega di alluminio svolge un’azione assiale azionando il pistone posizionato parallelamente al serbatoio. Il rapporto di leva garantisce un’attivazione morbida e molto sensibile ma al contempo piena e corposa, anche grazie alla forma stessa della leva, piuttosto snella ma assolutamente solida sotto al polpastrello. La finitura anodizzata ruvida offre inoltre un ottimo grip.

Grazie a un piccolo pomello in corrispondenza dell’inserimento nel pistone è possibile regolarne la distanza dal manubrio; il pomello zigrinato lascia intendere che sia prevista la possibilità di regolarla “tool free” con il solo utilizzo delle dita, mentre in realtà per via del frenafiletti, utile a non perdere la regolazione a causa delle vibrazioni, è necessario utilizzare l’apposita chiave a brugola da 2,5mm. Una soluzione che sinceramente approvo, dato che si tratta di un setting da fare quando si montano i freni in base alla propria anatomia e che verosimilmente non andrebbe più modificata, a maggior ragione nel caso dei Cura che, come vedremo in seguito, non accennano minimamente a cambiare il punto di frenata anche in condizioni estreme.

Anche i collarini sono nuovi e totalmente rivisti rispetto a quelli utilizzati su tutti i precedenti modelli. I nuovi collarini sono simmetrici, più massicci e cingono maggiormente il manubrio lasciando meno distanza tra collarino e corpo del pompante. Utilizzano viti da 4mm invece di quelle da 3mm utilizzate in precedenza, a confermare la maggiore robustezza.

Sono opzionali anche i collarini MixMaster sia per SRAM che per i-Spec Shimano, che permettono di gestire comodamente la disposizione dei comandi sul manubrio. In test quelli dedicati a SRAM grazie ai quali ho montato il trigger X01 Eagle sulla destra e il comando remoto del reggisella telescopico E*Thirteen TRS+ il cui test uscirà a breve. Rispetto alle soluzioni delle altre case, nettamente più semplici, il MixMaster di Formula consente un maggiore range di regolazioni per settare davvero a piacimento e in modo intuitivo la posizione dei comandi, sia per quanto riguarda la distanza assiale che l’inclinazione.

Completamente nuova anche la pinza, non più monoblocco come nel resto della gamma Formula ma realizzata in 2 pezzi, connessi tramite 2 solide viti. A garantire elevata potenza frenante troviamo 2 pistoni del diametro di 24mm ciascuno, realizzati in un particolare materiale sintetico che contribuisce a dissipare il calore. A proposito di dissipazione del calore, apposite finestre di ventilazione assicurano un buon volume d’aria all’interno della pinza. La stessa distanza tra i pistoni è maggiore rispetto ai precedenti modelli, con 4mm di spazio. Questo accorgimento non solo evita il fastidioso “zin-zin” prodotto dallo sfregamento del disco contro le pastiglie ma favorisce anche il passaggio dell’aria e il conseguente raffreddamento dell’impianto.

La porta di accesso al circuito per lo spurgo e il cambio dell’olio dell’impianto è in posizione molto comoda e accessibile. I Cura montano di serie pastiglie organiche ma sono disponibili come ricambio anche le pastiglie con ferodo in mescola sinterizzata. Si tratta del medesimo modello di pastiglie adottate anche sul resto della gamma, quindi i ricambi sono reperibili molto facilmente. Le tubazioni sono di nuovo tipo, più robuste ma anche maggiormente flessibili per adeguarsi ai passaggi interni dei telai.

Proprio in merito al passaggio interno delle tubazioni, Formula ha previsto una feature estremamente utile in tal senso, lo Speed Lock. Si tratta di una valvola posta sul lato pinza della tubazione che ne consente lo disconnessione e riconnessione rapida senza fuoriuscite di olio e senza infiltrazioni di aria nell’impianto. La valvola Speed Lock è dotata di un blocco di sicurezza che evita che possa essere sganciata inavvertitamente. Il blocco è dotato di una piccola molla toroidale che occorre spostare per far scorrere il blocco e liberare la tubazione. L’intero sistema Speed Lock è riparato dalla tradizionale protezione in gomma che Formula utilizza per i raccordi.

In azione

Per questo test ho utilizzato i Formula Cura con entrambi i rotori da 180mm di diametro sulla Intense Recluse oggetto di un test a lungo termine, una All Mountain aggressiva che strizza l’occhio all’Enduro, quindi la destinazione d’uso legittima di questi freni. Le ottime prestazioni dei Cura in ogni caso li rendono dei freni con un range di utilizzo più ampio che spazia dalla DH, dove vengono utilizzati da numerosi pro rider, al Trail, grazie al loro peso contenuto. Avendo messo sotto torchio i Cura in diverse situazioni di riding, spesso in condizioni impegnative come le giornate in bike park o ancora di più le lunghe discese ripide e tecniche dei trail alpini in alta quota, ho potuto apprezzarne a fondo le qualità.

La potenza è elevata e costantemente presente. La resistenza alla fatica e al surriscaldamento è ottima, non si avverte nessun sintomo di fading e il punto di frenata non cambia nemmeno nelle condizioni di utilizzo più estreme. Il feeling percepito impugnando le leve è di un freno corposo e solido, con una corsa della leva piuttosto breve che, grazie al punto di frenata costante durante l’utilizzo, permette di tenere le leve il più vicino possibile al manubrio, stancando meno gli avambracci. L’attivazione della leva è molto morbida ma offre la giusta resistenza per poter gestire al meglio la modulabilità di questo impianto che, per questo aspetto, è decisamente il modello meglio riuscito di Formula.

La durata delle pastiglie è notevole nonostante si tratti di una mescola organica, la quale svolge ottimamente il suo lavoro, al netto di una saltuaria rumorosità, senza far rimpiangere le più performanti pastiglie sinterizzate. Ottima anche la facilità di centratura della pinza rispetto al disco, grazie alle sedi delle viti con asole di dimensioni abbondanti e all’adeguata distanza tra i pistoni.

Conclusioni

I Formula Cura si candidano a essere il nuovo riferimento sul mercato dei freni da MTB per quanto riguarda la potenza oltre che uno dei migliori prodotti per modulabilità e mantenimento delle prestazioni sotto sforzo. Il design sobrio ed elegante e la facilità di installazione e manutenzione sono ulteriori punti a favore, così come il prezzo piuttosto basso se paragonato ai top di gamma della concorrenza.

Pesi rilevati

  • Impianto anteriore: 244g
  • Impianto posteriore: 258g
  • Rotore 180mm: 129g

Prezzi

  • Impianto singolo completo di viti:
    €124 nero – €129 polished
  • Rotore 6 fori monoblocco in acciaio e viti:
    €22 160mm – €24 180mm – €29 203mm
  • Rotore 6 fori in 2 pezzi acciaio/alluminio e viti:
    €51 160mm e 180mm – €59 203mm
  • Rotore CenterLock monoblocco in acciaio:
    €35 160mm – €36 180mm – €40,50 203mm
  • Rotore CenterLock in 2 pezzi acciaio/alluminio:
    €51 160mm e 180mm
  • Adattatore e viti: €12
  • Collarini MixMaster per SRAM: €15 ciascuno
  • Collarini MixMaster per Shimano i-Spec: €27 ciascuno
  • Pastiglie sinterizzate: €21
  • Kit spurgo dedicato: €36
  • Flacone di olio minerale specifico 250ml: €14

Formula

 

Commenti

  1. Io ho monolitico anteriore e 2 pezzi al posteriore, cambiato dopo averlo piegato in una caduta.
    Preferisco il 2 pezzi perché ha minore tendenza a flettere e imbarcarsi. Inoltre vibra e risuona meno.
    Entrambe le cose erano più problematiche con i T1 perché i Cura hanno più luce tra le pastiglie e delle piccole flessioni non ti accorgi e con le organiche i rumori sono minimi, anche con pastiglie sporche.
    La potenza frenante non cambia perché il materiale é lo stesso.
    De devi comprarli da zero vai di 2 pezzi; se hai già il monolitico non vale la pena cambiarli se non sono danneggiati o usurati.


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