[Test] Il ritorno della Scott Ransom

Chi si ricorda della prima Scott Ransom, lanciata nell’ormai lontano 2006? Il 2018 segna il ritorno di una bici che ai tempi aveva destato molto interesse, e lo fa trasformandosi in una 29 pollici (ma è disponibile anche in 27.5″) dall’escursione generosa e dalle caratteristiche piuttosto uniche.

Prima della presentazione ufficiale, Scott ci ha mandato il modello 900 Tuned in prova. Si tratta quindi del top di gamma della versione da 29″.



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La Scott Ransom 900 Tuned in sintesi

  • Materiale telaio: Carbonio
  • Formato ruote: 29” (pneumatici max 2.6”), disponibile anche in 27.5″
  • Schema sospensione: quadrilatero con giunto Horst
  • Geometrie variabili: si
  • Corsa ant/post: 170/170 mm. Posteriore scende a 120mm in posizione Traction
  • Boost posteriore: sì
  • Forcella boost: sì / offset 44 mm
  • Ammortizzatore metrico: sì, Trunnion Mount
  • Ruote e coperture tubeless ready: sì
  • Trasmissione: Eagle 1×12 con corona 32T
  • Attacco per deragliatore: no
  • Attacco ISCG: no
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Disponibilità solo telaio: no
  • Peso rilevato tg. M: 13.13 kg
  • Prezzo provvisorio bici completa: 7.799 Euro

Geometrie

La bici in prova è una M. I Low Settings si riferiscono alla 29, gli High Settings alla 27.5. Il telaio è lo stesso.

Scott ha scelto una geometria molto moderna, con un angolo sterzo di 64.5°, un angolo sella ripido, 75°, un reach ragionevolmente lungo, 439.5mm, e un offset ridotto della forcella, 44mm. Insomma, la Speed Balance Geometry di Transition ha fatto scuola, ed anche il marchio svizzero ne è convinto della validità.

La geometria variabile del flip chip è stata progettata per poter montare ruote da 27.5″ o 29″ senza dover cambiare nient’altro.

L’unicità della Ransom si ha nella variazione della corsa posteriore da 170 a 120mm quando si passa alla posizione Traction dell’ammortizzatore Fox Nude TR Evol grazie al comando remoto TwinLoc. Andando a diminuire la dimensione della camera positiva, si riduce il sag e con questo si cambia anche la geometria, che diventa più propensa alla salita.

Analisi statica

Scott ha sempre costruito bici in carbonio con l’obbiettivo di tenerle leggere. In questo caso, però, ha avuto un occhio di riguardo per la robustezza, visto che con 170mm di escursione la Ransom appartiene a quella categoria di mountain bikes che in discesa permettono di andare a velocità molto sostenute su fondi scassati. La zona del movimento centrale, ad esempio, è molto massiccia e di 9 millimetri più larga rispetto alla sorella minore Genius. Il press fit farà storcere il naso a molti, ma è una scelta che si trova anche su prodotti concorrenti (quali la nuova Yeti SB150), con la motivazione di una maggiore rigidità torsionale rispetto alle calotte filettate.

Non trovate l’attacco per il deragliatore anteriore: la Ransom è stata progettata per le trasmissioni monocorona, cosa che ha appunto permesso agli ingegneri Scott di lavorare sulla rigidità del movimento centrale, avendo spazio su cui giocare.

Il cuore di tutto la bici, se così si può definire, è l’ammortizzatore Fox Nude TR. Oltre alla sopracitata possibilità di diminuirne l’escursione tramite comando remoto, la vera novità sta nella levetta “Ramp”. Questa permette di aumentare o diminuire la progressività in un batter d’occhio, senza dover lavorare sugli spacer interni. Il meccanismo dietro a questa caratteristica prevede una diminuzione del volume della camera positiva aggiuntiva (quella che entra in gioco a Twinloc aperto), quando si gira la leva verso “Ramp +”.

Viene da chiedersi perché non ci si sia arrivati prima, visto che questa funzione è una manna dal cielo per adattare l’ammortizzatore ai tipi di discesa che si vanno a percorrere. Ho chiesto a Fox se troveremo questa leva anche su altri prodotti, sono in attesa di una risposta. L’attivazione della leva è semplice e fattibile anche quando si è in giro.

Nella foto potete vedere in basso il pomello per la scelta delle tre posizioni Locked, Traction, Dowhnill, attaccato al comando remoto a manubrio tramite un cavo d’acciaio che passa internamente al telaio. Il remoto comanda anche la compressione della forcella, in sincronia con l’ammortizzatore. Trattandosi di una Fox 36, non c’è alcuna riduzione del travel nella posizione Traction, ma un’indurimento della compressione. Il blocco è totale nella posizione Locked. Quando aperta, la compressione della 36 può venire regolata su 21 click tramite un pomello.

Lo schema di sospensione è un quadrilatero con giunto Horst con un  bilanciere molto corto e robusto, chiamato 23Virtual 4 Link. Tutto l’insieme del carro dà un’impressione di solidità che verrà poi confermata nel test sul campo.

Non è un segreto che Scott ami le gomme voluminose, infatti ha scelto anche per la Ransom 900 dei copertoni da 2.6″, e precisamente dei Maxxis Minion DHF, 120TPI Kevlar Bead, EXO TR 3C Maxx Terra, sia per l’anteriore che per il posteriore, latticizzati su delle ruote Synchros Revelstoke in alluminio con canale interno del cerchio di 30mm. 2.6″ è anche la dimensione massima compatibile sulla 29, come potete vedere dalle foto, mentre sulla 27.5″ si dovrebbe poter arrivare alle 2.8″. Sulla robustezza di questi pneumatici tornerò più sotto.

La trasmissione è un 1×12 Sram Eagle con corona anteriore da 32 denti, ed anche i freni sono di casa Sram: dei Code RSC con dischi da 200 e 180mm rispettivamente all’anteriore e al posteriore. Il guidacatena è di casa Scott ed è fissato ad uno dei perni, in quanto non c’è attacco ISCG.

Per quanto riguarda la forma del telaio, ed in particolare quella della parte bassa del tubo obliquo, potete notare come sia piuttosto lunga e piatta. Ultimamente diverse bici hanno questa caratteristica, per farci stare una borraccia. Anticipando i risultati del test, non ci sono problemi di sorta per cui il tubo andrebbe a sbattere contro il suolo prima della corona. In ogni caso, la protezione in plastica è massiccia ed estesa su tutta la parte più esposta.

Il passaggio cavi è completamente interno ed i fori del telaio sono sufficientemente generosi per non intralciare troppo quando si deve fare manutenzione. I cavi non sbatacchiano perchè sono ben fissati. Nel complesso, l’intera bici è molto silenziosa, anche grazie al batticatena molto morbido.

Interessante il cockpit e il parafanghi montato sulla 36, entrambi di casa Synchros. Il manubrio con attacco integrato è in carbonio, largo 780mm, con un rise di 20mm ma soprattutto un backsweep di 8°, molto pronunciato. Sulla parte sinistra troviamo il Twinloc, il cui attacco manubrio fa anche da collarino e comando remoto per il reggisella telescopico Fox Transfer. Una soluzione pulita, ma che richiede comunque di staccare il pollice dal manubrio per abbassare o alzare la sella.

Vale la pena dire che peso di soli 13.13 kg rilevato senza pedali è veramente notevole per una 29 pollici da 170mm.

Sul campo

Salire in sella ad una Scott richiede sempre un po’ di tempo per adattarsi ai comandi manubrio. Anche sulla Ransom, pur essendo il Twinloc il meno ingombrante e il più ergonomico possibile, è necessario abituarsi ad avere il comando remoto del reggisella telescopico “in alto”, soprattutto per chi, come il sottoscritto, non usa una trasmissione doppia da più di un lustro. All’inizio del test mi è capitato più volte di azionare il Twinloc al posto del reggisella, ma dopo un po’ di tempo ci ho fatto l’abitudine ed i movimenti sono venuti naturali. Ammetto, tuttavia, che premere verso il basso il remoto del Transfer è scomodo soprattutto nella concitazione di un sentiero fatto a tutta, perché si deve staccare il pollice dal manubrio ed usare una discreta forza per azionarlo. L’effetto leva, infatti, è piccolo a causa delle dimensioni ridotte della leva stessa.

Salita

Detto questo, se si bloccano le sospensioni la Ransom su asfalto è un piacere da portare, malgrado le gomme dalla sezione generosa. Non si muove una foglia: sia forcella che ammortizzatore sono fermi come non mai. La sensazione di trasferimento della potenza dai pedali al terreno è un qualcosa che ho trovato solo sulle full Scott grazie al Twinloc.

Se il terreno diventa accidentato, il Twinloc nella posizione Traction diminuisce l’escursione dell’ammortizzatore a 120mm, altra manna del cielo a parere del sottoscritto. Non solo perché 170mm di travel su un carro a parallelogramma con giunto Horst significano un marcato bobbing, ma soprattutto per il fatto che, diminuendo il sag, la posizione di pedalata è più redditizia, pur avendo i cm di escursione necessari per poter avere la giusta trazione quando serve. All’anteriore la forcella si indurisce leggermente, offrendo comunque la sensibilità necessaria per quando si pedala in fuoristrada.

I copertoni Maxxis Minion DHF da 2.6″ in salita hanno solo vantaggi, se non si circola su asfalto dove la scorrevolezza non è delle migliori. La trazione è veramente notevole quando le si gonfiano alla pressione giusta, che per me è fra i 1.3 e 1.4 bar. È più facile superare tratti smossi, grazie alla generosa impronta a terra, e devo dire che, uniti all’angolo sella di 75°, sono riuscito ad arrampicarmi ovunque malgrado l’angolo sterzo molto aperto. Non è una novità questa per chi scrive e per la redazione di MTB Mag. Probabilmente non ci stancheremo mai di dire che le 29 pollici con geometria moderna sono dei mezzi molto polivalenti, più di quello che le escursioni e gli angoli facciano pensare in un primo momento. Sulla Ransom gioca inoltre un ruolo decisivo l’escursione variabile al posteriore, ponendola in testa alla classifica delle migliori arrampicatrici fra le bici da enduro da 29 (dobbiamo ancora testare la Cannondale Jekyll 29, che ha un sistema simile).

Parlando di taglie, la M per me che sono alto 179cm si è rivelata perfetta. Si sta seduti piuttosto compatti, quindi se siete abituati a bici lunghe provate la taglia superiore, in questo caso la L.

Discesa

Avete presente quando comprate una bici nuova ed improvvisamente vi sentite Superman? Ecco, questa è la sensazione che ho avuto io durante le prime uscite con la nuova Ransom. Questa bici è un mostro in discesa. Chiaro, l’escursione di 170mm aiuta, ma non è solo quello. In primis si è in sella ad un telaio molto rigido e preciso, lo si nota sin dalle prime curve e scelte di linea. Quello che però salta più all’occhio è come le sospensioni lavorino bene. Avevo qualche dubbio quando ho notato che l’ammortizzatore Fox Nude TR non aveva il piggy back, perché su una bici di questa escursione mi aspettavo di vedere qualcosa simile all’X2. Devo anche dire che le sue dimensioni ricordano appunto quelle dell’X2, quindi non stiamo parlando di un ammo minidotato, anzi. È molto sensibile e si abbina perfettamente al comportamento del carro, piuttosto lineare. Sento già i commenti sui fondo corsa, e li blocco sul nascere: ho fatto un fondo corsa durante tutto il test, quando giravo con la levetta del Ramp posta dalla parte “meno”. Da quel momento in poi l’ho lasciata quasi sempre sul “più”, ed ecco che la progressività aumenta senza murare, dando alla bici una sensazione di travel infinito che mi è veramente piaciuta.

Vi chiedete adesso a cosa serva la leva del Ramp se l’ho lasciata quasi sempre sul +. Esatto, quasi. Quando sapevo di andare verso una sezione lenta e tecnica la giravo sul – ed ecco che riuscivo a sfruttare tutta la corsa, tenendo il retrotreno tranquillo anche sui gradoni più grossi. Insomma, la possibilità di scegliere c’è ed è bello usarla anche a seconda dei sentieri che si vanno a percorrere e dei gusti personali. Se fosse per me, la vorrei su tutti gli ammortizzatori presenti sul mercato.

L’altro fattore che contribuisce a rendere la Ransom un mostro in discesa è la geometria. Rake ridotto, angolo sterzo aperto: sul veloce scassato il limite è la tenuta del copertone posteriore, ma a questo arrivo fra un attimo. Nello stretto sono riuscito a girarla molto agevolemente. 437mm di foderi posteriori e angolo sella di 75° compensano quello che è un anteriore aperto, ma di questo abbiamo già parlato tanto in particolare nel test della Transition Sentinel, molto simile nei valori geometrici.

Veniamo alle gomme: se in salita mi sono piaciute molto, in discesa hanno un problema, che è quello della robustezza, soprattutto al posteriore (notate i 120 TPI). Ho fatto la “prova Tamaro”, cioè ho portato la Ransom sul sentiero con le rocce più bastarde della zona (da 1800 a 400 metri di quota, 14 km di discesa), tenendole alla solita pressione di 1.4 bar. Al retrotreno la Minion DHF 2.6″ ha resistito 500 metri, poi ho pizzicato tagliandola sul battistrada fra i tasselli e sulla spalla presso il cerchio. Una volta infilati i vermicelli ho proseguito, stando più attento alla scelta delle linee, il che però è un po’ un peccato, perché con la Ransom una delle cose belle è proprio fregarsene delle linee e scendere dove pare piace. In ogni caso, l’anteriore da 2.6 ha retto e, come in salita, è un copertone che dà tanta confidenza e grip.

Il giorno dopo ho quindi cambiato pneumatici, montandone due da 2.35″ con carcasse più robuste (sulla falsariga degli Schwalbe Supergravity), e ho lasciato correre la Ransom su ogni tipo di asperità, senza problemi di pizzicature. Viste le velocità che si riescono a tenere, per me questa è la soluzione migliore per la tipologia di bici, anche perché il peso è rimasto pressoché immutato.

Riassumendo, il carattere della Ransom è un misto fra mangiatutto e giocoso: portarla in aria sugli ostacoli è veramente un attimo, ma quando tocca terra non si scompone neanche se il sentiero è molto sconnesso.

Conclusioni

La nuova Ransom 29 è la migliore Enduro mai prodotta da Scott, perché unisce l’efficienza in salita del sistema Twinloc a qualità discesistiche di un enduro con geometrie moderne. L’ammortizzatore Nude TR con la leva Ramp si è rivelato una gran bella novità, sia per la sua sensibilità che per la possibilità di adattare la progressività ai gusti e alle esigenze personali. Viste le velocità che si fanno in discesa, è consigliabile passare a copertoni più robusti, se non altro al posteriore.

Allestimenti

Prezzo provvisorio: 7.799 Euro
Prezzo provvisorio: 5.599 Euro
Prezzo provvisorio: 3.899 Euro
Prezzo provvisorio: 2.999 Euro

Scott

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