[Test] Quarq Shockwiz

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Vi avevamo parlato dello Shockwiz durante Eurobike 2016, ora possiamo descrivere le nostre sensazioni sul campo dopo averne ricevuto un paio di esemplari da provare, distribuiti fra i vari redattori. Si tratta di un sistema molto simile alla telemetria che vedete nelle gare di F1, ma pensato per l’uso “comune”, quindi molto più semplice ed intuitivo. Il suo scopo è quello di migliorare il set up delle sospensioni grazie ai dati raccolti dall’apparecchio durante una normale uscita. Questo misura i cambiamenti nella pressione dell’aria presente nelle sospensioni, li elabora e presenta i suoi suggerimenti tramite una app gratuita da scaricare sullo smartphone.

Il contenuto della scatola

Come avrete già capito, lo Shockwiz funziona solo con le sospensioni dove è presente una camera d’aria per poterle regolare, infatti è proprio alla valvola che lo si connette tramite una prolunga. Lo Shockwiz, a sua volta, è dotato di due valvole: una per connettersi alla sospensione, e l’altra per poter immettere/togliere aria alla sospensione stessa senza dover staccare il tutto. Il marchio delle sospensioni è irrilevante: l’abbiamo provato sia con una Rock Shox Lyrik che con una Fox 32.

Set up


Cominciamo con il collegarlo alla valvola della forcella e legarlo alla piastra tramite le fascette fornite nella confezione. I bordi dello Shockwiz sono protetti da uno strato di gomma che fornisce anche il grip necessario perché non si muova durante la pedalata.

Fatto questo, bisogna calibrarlo usando l’app. Notate bene che questa è disponibile per iPhone e Android, ma non per Windows, ed è solo in inglese (per ora). Calibrarlo significa sgonfiare la sospensione, alzarla ed abbassarla 2/3 volte e rigonfiarla, per far “capire” allo Shockwiz la corsa effettiva ed il rapporto di compressione. Il video qui sotto lo spiega molto bene.

Una volta terminata l’operazione, non rimane che mettersi in sella, cliccare sull’app iniziando una nuova sessione e partire per il proprio giro.

Sul campo

Ad essere precisi questo capitolo si dovrebbe chiamare “Dopo l’uscita”, perché sul campo non c’è nient’altro da fare che pedalare e divertirsi in bici come si fa di solito. L’app registra ed elabora i dati provenienti dallo Shockwiz, e solo quando si è terminato il giro ci si mette a studiare i dati. Chiaramente si può anche scegliere un sentiero indicativo  e ripercorrerlo più volte per trovare il set up giusto delle proprie sospensioni usando i dati dello Shockwiz. Come vedete dalla schermata iniziale (l’apparecchio non era collegato ad una sospensione, quindi lasciate perdere i dati della pressione dell’aria e dell’escursione), basta cliccare su “Start new session” per cancellare i dati precedenti e riceverne di nuovi con il nuovo set up. Non bisogna rifare la calibrazione ogni volta, ma solo quando si cambia la sospensione, per esempio montando lo Shockwiz dalla forcella all’ammortizzatore.

Bisogna scegliere il tipo di riding che si predilige. Nel mio caso sono andato su un classico “Bilanciato”, viste le condizioni meteo (zero gradi, neve). Se avessi avuto una bici da trail avrei scelto “Playful”, mentre su una enduro “Aggressive” e sulla XC in condizioni normali “Efficient”.

Lo Shock Tuning Score 84/100 è il risultato che ho ricevuto dopo circa due ore di uscita sul set up della Fox 32 montata sulla Focus Raven Max. Conoscendo bene la 32, il mio set up era già molto buono, ma la cosa sarebbe probabilmente cambiata se lo avessi montato su una nuova forcella che non avevo mai provato prima.

Un dato importante è quel 100% di Confidence, con cui si indica che la mole di dati ricevuta è perfetta per poter permettere allo Shockwiz un’elaborazione precisa. Per ottenere un valore superiore al 50%, il minimo sindacale, bisogna essere sicuri di aver avuto un numero sufficiente di tratti pedalati, salite, discese, grossi e piccoli impatti.

Andiamo a vedere nel dettaglio i risultati.

La pressione, il ritorno e la curva di compressione vanno bene. La compressione alle alte velocità non è settabile sulla 32, quindi il dato può venire ignorato. Quella alle basse velocità, invece, potrebbe essere indurita, e i due token che prevengono il bottom out sono “quasi” troppi. C’è da dire che i sentieri erano bagnati ed in parte innevati, e non sono riuscito a scendere veloce come al solito.

In questa schermata lo Shockwiz mostra i comportamenti da evitare. Visto che sono la conseguenza di settings sbagliati come il ritorno regolato male che fa “pogare” (saltellare) la bici o la rende lenta nella reazione agli impatti ravvicinati (packing), non ho avuto segnalazioni particolari a parte il bobbing. Qui vale la pena segnalare che, di solito, chiudo sempre la forcella in salita se giro su asfalto o perlomeno la chiudo a metà se mi trovo su sterrato, ma durante questa uscita non l’ho fatto per non inficiare i dati. Di sicuro questo dato sarebbe più interessante se provenisse da un ammortizzatore posteriore (la prova seguirà).

Infine eccoci alle statistiche, con tanto di sag e fondocorsa che si sono verificati durante l’uscita.

Conclusioni

Lo Shockwiz è semplice da usare e fornisce tante informazioni che aiutano il rider a trovare il set up perfetto per le proprie sospensioni. Anche se parliamo di telemetria, cioè qualcosa di piuttosto evoluto e smaliziato, il prodotto è perfetto per i principianti che si confrontano per le prime volte con i settaggi di forcella e ammortizzatore. Farà la gioia anche dei rider esperti che vogliono tirare fuori il meglio delle prestazioni dalle proprie sospensioni, ma bisogna ammettere che non è strettamente necessario, a meno che non ci si trovi di fronte a qualche ammortizzatore complicato, nel qual caso si arriverà più velocemente ai risultati sperati in termini di prestazioni.

Disponibilità: dal 15 febbraio 2017
Prezzo: 419 Euro

www.shockwiz.com

Commenti

  1. Un sistema di telemetria avanzato costa qualche migliaio di euro, senza dubbio l'acquisto per un biker singolo è oneroso, ma considerato che forka e ammo costano mediamente dai mille ai duemila euro, spenderne 500 per avere le sospensioni che funzionano non è proprio folle... credo che almeno il 70% di quelli che vanno su una bici con sospensioni ad aria non siano in grado di settarle correttamente, quindi l'utilità è indubbia.
    Se poi appunto, si fa un acquisto di gruppo, anche solo in 4-5 amici di uscite, diventa un affare.
    Ribadisco, un ottimo sistema di telemetria da go kart costa 500 euro.....ha un botto di sensori e, oltre ad un software per analizzare i dati, ha anche un computerino di bordo dove leggere in tempo reale i dati più importanti.........
    Il fatto è che ormai ci siamo abituati ad essere inculati........e la frase "considerato che forka e ammo costano mediamente dai mille ai duemila euro, spenderne 500 per avere le sospensioni che funzionano non è proprio folle" ne è una dimostrazione........
    Cioeè ne ho spesi 2000 di forka (già completamente folle) e per farla funzionare a dovere dovrei spendercene altri 500?????? Dai ragazzi torniamo con i piedi per terra.........
    E parlo da possessore di Ibis HD3 montata Fox 36 (1200 euro di listino), ovviamente comprata di seconda mano da un amico.........
    Il mondo della bici ormai è diventato folle........
    Non voglio fare il paragone di quanto costa il foglio di carbonio e quanto costa il telaio di carbonio, che ritengo anche io abbastanza insensato, anche se non del tutto privo di senso.......
    Ma se credete davvero che una bici possa arrivare a costare in modo più o meno giustificato 11 mila euro, mi spiace ma vivete su marte.........specie quando poi questi gioiellini escono da fabbriche che producono decine e decine di migliaia di bici all'anno.........
    A parte che hai pienamente ragione con le tue considerazioni, a me sembra già assurdo spendere 1000 Euro per una forcella. L'anno successivo costano la metà e non vanno per niente peggio.
    La mia Rock Shox SID che avevo comprato con la mia bici CUBE 29er in Carbonio nel 2013 funziona come il primo giorno e ca. un mese fa ho fatto la manutenzione consigliato ogni 100 ore. Per la prima volta dopo 3 1/2 anni. Era perfetta...
    Avevo pagato per la bici con forcella e ottimi componenti Syntace 2200 Euro.
    E la roba presentata qui è proprio l'ultima che serve finchè non sei sviluppatore di sospensioni. La presentano per tirar soldi, un po' come le Smartwatch che ti promettono che senza loro non puoi più allenarti e che poi infine ti rompono tutto il giorno le azze senza far crescere le gambe nemmeno un milimetro in quanto per far crescere queste ultime bisogna sempre pedalare e non stare davanti al PC...
  2. Probabilmente fai un po' di confusione anche tu......
    L'azienda in questione non credo sia una onlus.......il loro obiettivo primario, come quello di qualsiasi azienda, è fare cash.......

    Seguendo il tuo ragionamento, credi davvero che, per dire, Specialized, che produce e vende ogni anno decine di migliaia di bici, sui modelli da 10 mila euro abbia il break even point a quella cifra?????
    Dai su ragazzi scendete dal pero, nell'industria della mtb oggi ci fanno una gran cresta più o meno tutti (non dico che non ci siano aziende che non vogliono "approfittarsi"troppo dell'acquirente, ma ahimè sono sicuramente la minoranza) e a naso questa azienda non fa una gran eccezione......

    Sicuramente lo sviluppo della app è il costo maggiore che hanno sostenuto, perché i trasduttori di pressione nel 2017 li trovi in commercio a qualche decina di €.......
    Un progetto del genere (vista poi la possibilità di vendita anche fuori dall'America) lo fai con l'idea di venderne qualche migliaio......e a 500 € ad esemplare, il costo di sviluppo della app se lo ripagano qualche decina di volte......
  3. Esattamente, le aziende non sono ONLUS. Studiano, progettano, realizzano e commercializzano prodotti per creare un profitto.

    Il costo delle materie prime o dei subcomponenti non ha che un flebile collegamento con il prezzo di vendita, vale a dire il "valore" che il mercato è disposto a riconoscere.

    Se a noi questo valore non sembra esserci inutile parlare di "cresta", basta non comprare e scegliere qualcos'altro.
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