Wilson e Balanche: due outsider campioni del mondo a Leogang

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Non ci è riuscito il Covid e non ci è riuscito nemmeno il maltempo a far annullare la competizione più importante dell’anno nel mondo della MTB. Gli UCI DH World Championships di Leogang si sono svolti nelle condizioni più proibitive che si potessero incontrare, con pioggia, nevischio in zona partenza, un fango letteramente impressionante e, soprattutto, temperature prossime allo zero. D’altra parte siamo a metà ottobre nel cuore delle Alpi in una location dove, quando piove, si battono i denti anche in estate.



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La nuova sezione del tracciato è stata la più determinante, incidendo sulle prestazioni degli atleti con un fango pastoso e profondo, zeppo di radici, che ha creato enormi difficoltà sia nella guida che nello scorrimento della bici ma la gara è stata comunque spettacolare, sui generis, con condizioni estremamente dure e complesse per tutti, considerando inoltre che si tratta della gara di esordio di questa bizzarra stagione.

Il migliore degli atleti su questo massacrante campo di battaglia è stato il giovane britannico Reece Wilson che con una run costante, adeguatamente aggressiva e al contempo controllata e senza errori significativi, ha portato a casa il risultato migliore della sua carriera.

Wilson ha segnato il tempo da battere per tutti i top rider scesi dopo di lui, nessuno dei quali è stato in grado di eguagliarlo. Reece Wilson è il campione del mondo di DH 2020.

Seconda posizione per un altro outsider, l’austriaco David Trummer, che ha pennellato una discesa precisa ed efficace, ottenendo anch’egli il miglior risultato di carriera con una prestigiosa medaglia d’argento davanti al suo pubblico di casa.

Medaglia di bronzo per il francese Remi Thirion che invece si è imposto con la sua consueta guida aggressiva, dinamica e molto spettacolare, con un pizzico di fortuna che lo ha tenuto in piedi in un paio di situazioni davvero al limite.

Quarta posizione per il canadese Mark Wallace seguito al quinto posto dal britannico Bernard Kerr. I top rider favoriti al titolo hanno evidentemente sentito la pressione della gara in queste condizioni proibitive e sono tutti rimasti, chi più e chi meno, rallentati da rovinose cadute che li hanno relegati nelle retrovie, compresi Brosnan e Vergier che, cadute a parte, sembravano decisamente quelli più in forma e prossimi a scalzare Wilson dalla hot seat. Pessima prestazione purtroppo per il campione del mondo uscente Loïc Bruni, caduto numerose volte e finito in 62ª posizione.

Eccellente invece il nostro portacolori Loris Revelli che ha concluso al 20° posto con un’ottima run mentre Davide Palazzari chiude in 51ª posizione.

Per le donne la gara si è rivelata estremamente dura e il tracciato non ha risparmiato cadute a nessuna atleta eccetto alla svizzera Camille Balanche che ha sigillato la sua manche di gara con una run costante e precisa in cui ha mostrato enorme concentrazione.

Grazie a quest’ottima prestazione, l’elvetica è salita per la prima volta sul gradino più alto del podio di una gara di livello mondiale, e lo ha fatto proprio nella gara più importante, conquistando meritatamente il titolo iridato.

Differente strategia invece per Myriam Nicole, campionessa del mondo uscente, che ha spalancato il gas sin dalle primissime curve abbassando incredibilmente il tempo da battere, ma un ritmo così alto le è costato una caduta nella nuova parte del tracciato, la più ostica per via del fango, che ha rallentato la sua corsa e le ha negato di bissare la medaglia d’oro conquistando comunque un ottimo argento a poco più di 3 secondi dalla Balanche.

Indicativamente la stessa strategia messa in atto dalla slovena Monika Hrastnik che però è stata rallentata da qualche errore e un paio di cadute in più, riuscendo comunque a contenere il distacco dal miglior tempo di giornata rispetto alle altre concorrenti e quindi a mettersi al collo la medaglia di bronzo.

Stessa sorte per le altre favorite, Nina Hofmann (7ª), Marine Cabirou (9ª) e Tahnée Seagrave (11ª), le cui cadute hanno però inciso maggiormente sul cronometro. Tracey Hannah ha invece cercato di gestire la gara con attenzione, come la Balanche, ma è comunque incappata in una caduta che l’ha relegata in quarta posizione, visibilmente delusa. Quinta posizione per la britannica Mikayla Parton.

Fuori dai giochi la campionessa del mondo Junior uscente Vali Höll, vincitrice della manche di qualificazione e local qui a Leogang, con un’infortunio alla caviglia a causa di un atterraggio corto sul nuovo gap durante le prove libere. Non è riuscita a concludere la gara Eleonora Farina, fermata dalla ruota anteriore completamente bloccata dal fango (foto seguente), mentre Veronika Widmann è rimasta vittima di un incidente durante la manche di qualificazione e ha subìto un intervento all’addome e fortunatamente ora sta meglio. Buona guarigione Vroni!

Nelle categorie Junior, per i numerosi atleti al primo anno in questa categoria, l’esperienza di gare internazionali si apre direttamente con un mondiale e con uno dei più tosti degli ultimi anni, considerando le condizioni del terreno, quindi senza prendere le misure con i propri avversari durante la stagione di World Cup. Ed è proprio un atleta al suo primo mondiale, l’irlandese Oisin O’ Callaghan, classe 2003, a salire sul gradino più alto del podio della categoria maschile, dopo una lunghissima permanenza in hot seat.

Sul resto del podio sventola la bandiera britannica con Daniel Slack medaglia d’argento a poco più di 2 secondi di distacco, mentre per James Elliot, Dennis Luffman e Luke Mumford, il ritardo sul miglior tempo della classifica è di oltre 10 secondi.

Tra le giovani atlete della categoria Junior femminile, è la francese Lauryne Chappaz, sorella della più nota Melanie, a conquistare il titolo iridato, con l’impressionante distacco di quasi 47 secondi sull’austriaca Sophie Gutohrle e di quasi 54 secondi sulla connazionale Leona Pierrini, vincitrice della manche di qualificazione di ieri.

Entrambe le inseguitrici sono alla loro prima esperienza in un mondiale, mentre la Chappaz, lo scorso anno a Mont Sainte Anne, aveva concluso in ottava posizione.

Classifiche

 

Commenti

  1. bax70:

    Frenk, grazie per il supporto morale, mai sono stato prevenuto verso niente e nessuno non è il mio carattere.
    Che le Commencal siano buone bici lo dimostra il fatto di quanti piloti ne abbiano tratto "vantaggio" usandole; potrebbe essere che anche in questo caso specie in alto e nella parte di bosco con quelle buche enormi piene di radici l'infulcro alto abbia dato dei vantaggi?
    Io pensavo anche alla variante prezzo, si vedono molti privati con la Supreme. Sicuramente va benissimo come bici, ma magari costa anche meno di chessò una V10 che andrebbe veloce uguale ma è fuori budget? Parliamo comunque di uno sport dove a parte i factory team gli altri hanno budget bassi.
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