Le 5 bici più longeve che correranno in DH WC 2023

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Il circuito UCI DH World Cup inizierà tardi quest’anno, con la prima tappa a Lenzerheide dal 9 al 11 giugno. Una off-season più lunga del solito quindi, che sta consentendo ai team di sviluppare con relativa calma le novità e i prototipi che vedremo nella stagione di gare 2023. Alcune di queste bici sono l’ultima versione di una lunga serie di restyling e aggiornamenti che hanno segnato l’evoluzione della DH stessa come pietre miliari nella storia di questa disciplina.

In questo articolo andremo a vedere quali sono i modelli di bici più longevi della storia del downhill mentre nelle prossime settimane entreremo ancora più nel dettaglio, approfondendo le tappe dell’evoluzione di ciascuno di questi modelli. Le 5 bici più longeve sono tutte precedenti il 2008, quindi hanno all’attivo almeno 15 stagioni di UCI DH World Cup e altrettanti campionati del mondo.


Santa Cruz V10 – 2002


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Il brand californiano fondato da Rob Roskopp lanciò la sua prima bici da DH dotata di sistema di sospensione VPP nel lontano 2002 e questo rende il V10 il modello attualmente più longevo in DH World Cup. Recentemente abbiamo parlato del nuovo prototipo che vedremo nella stagione 2023 sul quale il team Syndicate sta ancora lavorando, soprattutto per quanto concerne i link della sospensione, mentre triangolo anteriore e carro, entrambi in carbonio, pare siano già in versione definitiva.

Nel team Syndicate 2023, in sella all’ottava generazione di V10, troviamo il giovane talento Jackson Goldstone e il velocissimo Laurie Greenland ad affiancare l’inarrestabile Greg Minnaar e Nina Hoffmann, prima atleta donna nella storia del team.

Specialized Demo – 2004

La storia di Specialized in DH coincide praticamente con la storia della DH stessa. Tuttavia la stirpe delle bici da DH con il nome Demo nacque nel 2004 con la Demo 9 e prosegue sino a oggi, rappresentando la seconda bici più longeva della storia della DH tra quelle attualmente in gara. La versione 2023 non è ancora stata ufficializzata ma attualmente Loïc Bruni sta girando su un modello che sembrerebbe identico a quello della stagione 2022. Telaio in alluminio, configurazione mullet e sospensioni Öhlins prototipo (non quelle in foto) con controllo elettronico e ammortizzatore tenuto accuratamente nascosto da un carter.

Al 5 volte campione del mondo si aggiungono nello Specialized Gravity l’asso canadese Finn Iles e il giovanissimo Jordan Williams.

Commencal Supreme DH – 2004

A distanza di qualche anno dai successi con Sunn, Max Commencal ripartì dando il suo nome al famoso brand del Principato di Andorra e la sua prima creazione fu proprio la Supreme DH, nel 2004. Una storia lunga quella dell’ammiraglia di casa Commencal che durante la sua evoluzione ha spesso cambiato interamente volto, con modelli che rispetto ai precedenti avevano in comune solo il nome. Negli ultimi anni Max è tornato a osare parecchio, rompendo gli schemi e marcando la strada da percorrere come ai tempi di Sunn, con soluzioni sempre più innovative alla ricerca dei risultati che sono fioccati in tutte le categorie grazie a diversi team supportati. L’attuale Supreme DH utilizza un sofisticato sistema virtual pivot, formato ruote misto e telaio in lega di alluminio.

I due team principali sono il Commencal Muc-Off by Riding Addiction e il Dorval AM Commencal. Il primo annovera campioni del calibro di Amaury Pierron, Thibaut Daprela e Miriam Nicole, affiancati da Gaetan Ruffin e Hugo Marini. Il secondo non è da meno con Camille Balanche e Benoit Coulanges, Baptiste Pierron, Monika Hrastnik a cui si aggiunge il veterano Samuel Zbinden tornato alle gare di coppa.

Giant Glory DH – 2006

Una storia decisamente lunga anche quella della Giant Glory che nacque ufficialmente nel 2006 ma già a fine 2005 si iniziarono a vedere i primissimi prototipi del sistema di sospensione Maestro montati sul triangolo anteriore riadattato di un DH Team, il precedente modello da DH di Giant. Tra tutte le bici più longeve, la Glory è quella rimasta più fedele a se stessa nei suoi periodici aggiornamenti. La sua ultima evoluzione, l’attuale modello in mano al Giant Factory Off-Road per intenderci, è un prototipo in lega di alluminio con ruote mullet e ovviamente sistema di sospensione Maestro.

Il roster del team non vede nomi di top rider da diversi anni ormai ma per la stagione 2023 il colosso taiwanese si è risvegliato dal torpore delle ultime stagioni e ha affiancato due giovani e veloci fratelli australiani, Luke e Remy Meier-Smith, al rider di punta Rémi Thirion.

Trek Session DH – 2008

Trek si avvicinò alla DH nel 2007 con la Session 10 che nacque tuttavia come bici da freeride. Fu nel 2008 con la prima Session DH e un team reclutato appositamente per l’esordio in World Cup che il marchio del Winsconsin fece il suo ingresso ufficiale nel circus del downhill. Per l’occasione, Trek presentò una bici che a suo tempo fece scalpore per alcuni elementi chiave, molto diversi dai trend dell’epoca. La Session era leggera, semplice sia nella forma che nella tecnologia con l’appena brevettato sistema di sospensione con snodo ABP che era (ed è) tanto semplice quanto innovativo ed efficace. Trek resta fedele a queste caratteristiche lungo tutta la storia della Session DH fino alla sua attuale versione sulla quale il sistema di sospensione ABP viene implementato con l’adozione di un infulcro medio/alto con conseguente rinvio della catena.

Il team ufficiale Trek Factory Racing vanta tra le sue fila campioni di spessore come Loris Vergier e Reece Wilson ai quali si affiancano le giovani leve Kade Edwards e Bodhi Kuhn. Un secondo team, il RockShox Trek Race, mette in sella alla Session due nomi importanti come Valentina Höll e il giovanissimo Tegan Cruz.

Menzioni speciali

Una menzione speciale va decisamente a Intense che, seppure abbia cambiato nome ai suoi modelli da DH a ogni evoluzione, ha mantenuto un fil rouge che possiamo identificare come “serie M”. Il primo modello, la pionieristica M1, nasceva nel lontano 1994, con sistema di sospensione single pivot indiretto successivamente divenuto un giunto Horst nel 2002, mentre dal successivo modello M3 in poi l’eclettico Jeff Steber ha adottato su licenza di Santa Cruz il sistema VPP, declinato in diversi modi. Per il prototipo del 2022 in mano ad Aaron Gwin e Dakotah Norton ha fatto ritorno al giunto Horst, ma con infulcro alto e rinvio della catena. Ai due atleti statunitensi per il 2023 si aggiungono Joe Breeden e Seth Sherlock.

Infine non dimentichiamo due nomi importanti: la Fury di GT e la Summum di Mondraker. La prima edizione di entrambe queste bici nacque nel 2009 e sia per lo storico marchio fondato da Gary Turner che per il brand iberico, si tratta di modelli che hanno portato numerose vittorie e un glorioso palmares. Nel 2023 la Fury sarà in mano a Wyn Masters, Jess Blewitt, Ethan Craik e Ryan Pinkerton. Sulla Summum, Mondraker conferma la talentuosa azzurra Eleonora Farina, Brook Macdonald, David Trummer, Jacob Dickson, Tuhoto-Ariki Pene e Toby Meek e aggiunge Kilian Schnöller.

Commenti

  1. lollo72:

    Vero, mi ero perso il trafiletto finale . Nelle varie competizioni DH noto che ci sono anche diverse Canyon Sender e YT Tues , immagino abbiano una vita più recente sui campi di gara ?
    Sarebbe bello avere una classifica delle 30/50 DH più significative portate nelle varie competizioni .
    Ne deve passare ancora di acqua sotto ai ponti... la prima edizione della Sender è del 2016 ed è arrivata in World Cup nel 2017, la Tues è del 2015 (ma in World Cup ci è arrivata solo nel 2016). Neonate in confronto alle bici citate nell'articolo.
  2. La Supreme forse è una delle più camaleontiche come design ma sempre super attuale e al passo coi tempi!
    Gt sempre bellissime
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