Mondraker Forward Geometry: test day

Pipa da 11mm, manubrio in asse con la forcella, passo 60mm più lungo del normale. Le nuove Mondraker con Forward Geometry sono decisamente strane a vedersi! Curiose sicuramente, ma come funzioneranno sul campo? L’unico modo per scoprirlo è salirci in sella e provarle! …e quale posto migliore per un test di questo tipo se non i bellissimi e tecnicissimi sentieri di San Remo, con una guida di eccellenza come Fabien Barel?

L’idea

Quando vedi per la prima volta la Foxy con Forward Geometry rimani un po’ spiazzato: che roba è? Lo ha ammesso anche lo stesso Barel: il primo impatto è traumatico. Abituati ad una bici con geometrie tradizionali, queste bici appaiono decisamente strane…



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Lo sviluppo della Forward Geometry è stata una risposta al recente fenomeno 29er. A Barel le 29″ proprio non piacciono: è stato piuttosto chiaro su questo! Non gli piace il feeling delle ruote, generalmente troppo poco rigide per una guida precisa ed aggressiva, l’elevata inerzia e l’ingombro rendono la bici poco agile e maneggevole. E’ però consapevole che le 29er, specialmente per il passo più lungo rispetto ad una 26″, comportano un miglioramento in termini di stabilità e riduzione del rischio di ribaltamento, specialmente in salita, ma anche in discesa.

Da qui l’idea di sviluppare una bici più lunga. Passo maggiorato, per ridurre la tendenza della bici a ribaltarsi in ogni condizione, salita o discesa e renderla più stabile sullo scassato, senza però perdere i grossi vantaggi delle ruote da 26″ in termini di maneggevolezza, agilità in curva, reattività nei rilanci e robustezza.

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L’idea nasce dal mondo del motocross, in cui il manubrio viene posizionato in verticale sulla piastra, esattamente in asse con la forcella. Dall’esperienza accumulata in anni di DH, Barel ha infatti sviluppato la convinzione che una simile soluzione potesse portare vantaggi tangibili anche nel mondo delle due ruote senza motore.

A differenza delle moto però sulle bici gli steli sono leggermente avanzati rispetto al cannotto. Per questo motivo è stato necessario utilizzare un pipa cortissima, di 11mm. In questo modo manubrio e steli si trovano sullo stesso asse, altrimenti la leva sarebbe stata negativa e la bici ingestibile.

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Pipa più corta e scatola sterzo spostato avanti di 60mm. Questo è il succo della Forward Geometry. In questo modo si uniscono i vantaggi dati dal maggior passo e dello sterzo diretto.

Il passo aumenta del 10% e, pur mantenendo lo stesso angolo di sterzo, la ruota anteriore rimane fortemente spostata in avanti. Questo all’atto pratico comporta un fortissimo incremento della stabilità, specialmente sul veloce. Ribaltarsi in discesa è molto più difficile ed anche in salita la bici tende ad impennarsi di meno.

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Naturalmente, di contro la bici risulterà meno maneggevole, specialmente nelle curve strette. Proprio qui entra in gioco lo sterzo diretto. Una pipa cortissima aiuta a rendere più reattivo lo sterzo, incrementando la maneggevolezza e la sensibilità sul manubrio.

La bici

La bici da noi testata è stata una Mondraker Foxy XR, con un montaggio del tutto particolare, fuori catalogo. La bici ha 140mm di corsa posteriore ed una forcella da 160. Angolo sterzo da 67° ed è una taglia M.

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Forcella Fox Float 36 R, con trattamento tradizionale di anodizzazione dura. Ruote Easton Vice, reggisella telescopico X-Fusion senza comando remoto. Decisamente poco pratica la leva sotto sella, in pratica ho tenuto sempre la sella bassa perchè staccare le mani dal manubrio sui sentieri di sanremo è impensabile!

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Completa il montaggio la trasmissione 2×10 misto Sram X9 – Shimano XT, senza bash o tendicatena. Non a caso è capitato più volte che la catena cadesse oltre la corona esterna: Sanremo non perdona!

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La bici montava come gomme le Schwalbe Hans Dampf Performance. Non malvagio il disegno, pessima però la mescola che sulle rocce umide non teneva nulla. Nel valutare la Foxy ho comunque volutamente trascurato le gomme (pochi euro e si comprano un paio di gomme migliori), anche se devo dire che  una coppia di gomme più performanti non mi sarebbe dispiaciuto.

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Sul campo

Qui a Sanremo ci sono quelli che a mio giudizio sono tra i sentieri più belli della zona. Tecnici, rocciosi, ripidi. Non ti danno mai tregua, si alternano sezioni da guidare a sezioni in cui devi tenere tutto aperto e volare sopra le rocce! Insomma girare con Barel su questi bellissimi sentieri a picco sul mare, in maniche corte a novembre è un’esperienza unica!Sul campo

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“Il tubo”, uno dei sentieri più famosi di S. Remo scende su questo bellissimo crinale. Fatto al tramonto è veramente suggestivo!

Per prima cosa Barel ci spiega come guidare questa nuova Forward Geometry. “Dovete ripartire da zero e cambiare il vostro modo di andare in bici. La Forward Geometry va guidata tenendo sempre tutto il peso in avanti. Se normalmente la distribuzione dei pesi è 70% dietro e 30% davanti, su queste bici dovrete stare con il 50-60% del vostro peso sul manubrio.  Non dovete aver paura di ribaltarvi, la bici non lo farà. La pipa cortissima determina un braccio di leva molto ridotto, quindi se schiacciate il manubrio caricate la ruota anteriore ma non vi ribaltate. Gomiti flessi e busto avanzato: guai ad arretrare, la bici andrebbe dove vuole lei. Cominciate col scendere tranquilli, cercando di mettere in pratica quanto detto”.

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Fabien si trova a suo agio in mezzo a rocce e stretti canyon

Devo ammetterlo, le prime discese sono un po’ traumatiche. Abituato ad una bici tradizionale, per quanto stai avanzato, su questa rimani comunque troppo arretrato. L’avantreno va quindi dove vuole lui. C’è poco da fare, all’inizio ti devi proprio sforzare di buttarti tutto in avanti.

Ci vogliono alcune discese per prenderci confidenza, però è proprio vero: puoi praticamente distenderti sul manubrio, ma la bici non si ribalta neanche sui gradoni più grossi.

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Presa confidenza, sui ripidi e tecnici sentieri sanremesi la bici si comporta veramente bene. La stabilità sui lunghi tratti dritti, scassati, pieni di rocce e gradoni è impressionante: sto guidando una 160-140mm, ma mi sembra di essere su di una DH. Molla i freni e lasciala correre, la bici è di una stabilità impressionante.

Lo sterzo diretto da un feeling particolare: riesci a sentire molto bene il terreno sotto la ruota davanti e quando carichi il manubrio senti che tutta la forza va direttamente alla ruota. Ogni sollecitazione viene trasmessa direttamente al manubrio e questo migliora la precisione di guida.

C’è poco da fare sul dritto la bici è una bomba, bisogna solo fidarsi e buttare tutto il peso in avanti, senza paura di ribaltarsi ed andare forte, senza esitazioni. La bici in queste condizioni da il meglio di se!

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Sul guidato invece le carte cambiano… Si sente che la bici è più lunga, in curva è molto diversa da una bici tradizionale, decisamente meno scattante. Te ne accorgi sui tornanti, dove non ti viene da piegare ma ti viene da anticipare e tagliare la traiettoria. Questo non vuol dire andare più piano, anzi, bisogna però cambiare il modo di andare in bici e la propria guida. L’impressione è quella di guidare una DH su un percorso enduro: la bici è meno agile e maneggevole e ti costringe ad una guida diversa.

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Quello che poi mi ha particolarmente sorpreso è stato lo schema di sospensione. Nonostante i soli 140mm, sembrava di guidare un’enduro da 160. Non è uno scherzo: lo schema Zero della Foxy assorbe gli ostacoli in maniera incredibile. Fortemente progressivo e molto plush all’inizio, ha la particolarità di favorire lo scavalcamento dell’ostacolo. Questo si traduce nella sensazione di avere più corsa di quella che effettivamente si ha a disposizione. Solo sui grossi urti si percepisce che il retrotreno rimane un po’ più nervoso, per il resto la bici rimane estremamente bilanciata, nonostante i 160mm anteriori ed i soli 140 posteriori.

Inutile dirlo, ma in pedalta i 140mm trasmettono un’incredibile reattività. La bici è scattante, stabile, agile. Basta alzarsi sui pedali per prendere subito velocità. Merito sicuramente dell’escursione ridotta e della cinematica del carro, ma questa bici sui rilanci è un vero fulmine!

Una bella giornata di riding insomma, giriamo tutto il giorno fino a che il buio ci costringe a rientrare alla base. Quando hai capito come guidarla, questa bici è veramente divertente!

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Conclusioni

Cosa dire quindi della Foxy XR? Nonostante una singola giornata di test non ti permetta di stabilire quel feeling e quella confidenza che ti permettono di capire fino in fondo una bici, possiamo dire che la Foxy RR con Forward Geometry ci è piaciuta. La Forward Geometry funziona e comporta numerosi vantaggi, specialmente per chi utilizza la bici in ottica race.

A chi consigliarla? Beh, sicuramente la Forward Geometry non è una bici per tutti. Non la vedrei bene in mano ad un principiante o al weekend warrior, che punta a girare tranquillo e godersi il panorama. Bisogna essere un rider già piuttosto esperto per riuscire a capire questa bici, specialmente in discesa, e bisogna andare forte per sfruttarne appieno le caratteristiche. Il principiante o il rider tranquillo, che generalmente guidano molto arretrati, scendono piano e con i freni tirati si troverebbero malissimo. Al contrario il rider evoluto, che guida aggressivo, che va forte, taglia le curve e sa guidare con il peso avanzato può trarre sicuramente vantaggi da questo nuovo concept. Devi guidare un po’ come Barel, per apprezzare la FG!

La Foxy XR insomma ci è sembrata una bici decisamente race oriented: stabile e sicura sul veloce, scattante e reattiva in pedalata. Una vera macchina da Superenduro! Per le sue ottime doti di arrampicatrice la Foxy secondo noi è anche un’ottima bici da AM aggressivo, indicata per coloro che vogliono un mezzo che si pedali bene, ma che allo stesso tempo permetta di scendere forte su ogni tracciato, anche al di fuori dei campi di gara.

 

Testo: Daniel Naftali
Foto: Marcello Passerana

 

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