Neko Mulally correrà la DH WC 2022 su una bici autocostruita

53

Nei giorni scorsi Neko Mulally ha annunciato di abbandonare il team Intense e a distanza di poco ha rivelato la sua destinazione per la stagione 2022 di UCI DH World Cup. Lo statunitense correrà su una bici che ha progettato lui stesso, forte dell’esperienza pluriennale in World Cup e della collaborazione nello sviluppo delle bici da DH con marchi come Trek, YT e Intense.

Una scelta decisamente inconsueta ma non priva di logica. L’obiettivo di Neko è quello di avere un mezzo che soddisfi le sue necessità agonistiche senza distrazioni legate agli sponsor o alle pressioni di un team factory. Mulally ha intenzione di focalizzarsi esclusivamente sulle sue prestazioni e su quelle del mezzo, correndo da privateer con una manciata di sponsor tecnici che lo supporteranno con i materiali.

La bici è un prototipo in alluminio interamente sviluppata da Neko e realizzata dal famoso saldatore Frank the Welder. È spartana ed essenziale, senza fronzoli, solo pura funzionalità. Il design ha un non so che di stile teutonico ed è grezzo, molto grezzo, ma la bici di Neko non è stata creata per essere commercializzata quindi si può permettere di anteporre totalmente le prestazioni all’estetica.

Si basa su un sistema di sospensione quadrilatero con giunto Horst che, a quanto dichiarato da Mulally, è il sistema che gli ha permesso di raggiungere con maggiore facilità gli obiettivi e le specifiche a cui mirava.

Ha realizzato due modelli principali, entrambi basati sullo stesso cinematismo e geometrie ma uno di questi adotta il pivot alto con puleggia di rinvio catena. Il pivot non è particolarmente alto, dichiara Neko, ma è in grado di offrire prestazioni differenti rispetto alla versione “standard”, che potrà sfruttare su alcuni tracciati specifici durante la stagione.

Foto di Zach Faulkner

 

Commenti

  1. Mockba:

    Bravi a fare una simile avventura, ma che tristezza tutti questi commenti a sminuire il lavoro degli altri. tutti bravi a saldare telai? cerchiamo di essere un po più modesti e rispettosi del alvor degli altri.
    ma fai tu il modesto. È una news, si commenta, e se non ti aggrada quel che ho scritto, motiva.

    Il punto è che se ti metto in sella ad una bici no brand saldata da frengo er saldatore e ad una identica saldata da Chi-Oh-Hin il saldatole non noteresti la differenza neanche dopo 10000 prove.
  2. marco:

    ma fai tu il modesto. È una news, si commenta, e se non ti aggrada quel che ho scritto, motiva.

    Il punto è che se ti metto in sella ad una bici no brand saldata da frengo er saldatore e ad una identica saldata da Chi-Oh-Hin il saldatole non noteresti la differenza neanche dopo 10000 prove.
    Un po come certi maghi delle sospensioni che basta che ti cambiano un click e la bici diventa un missile... :-| :))):
  3. marco:

    se paragono una bici fatta in fabbrica ed una fatta nella bottega, devo vedere delle differenze tangibili. A parte il nome e l'esperienza di parlare col tizio che la costruisce, a livello di riding è tutto da dimostrare che una sia meglio dell'altra. Anzi, ti posso anche dire che è più probabile che si rompa quella artigianale che non l'altra, vedere inizi di un brand italiano di mtb che produce in Italia.

    Poi non sta certo a me dire dove uno debba spendere i propri soldi, è bello anche che esistano piccole realtà con appassionati che le seguono.
    @marco ho 3 bici in alluminio a casa
    Una Scott Spark 2020 di mia moglie
    Una orbea laufey 2021 di mio figlio
    E una mde damper 2021 mia
    E se ti faccio vedere le saldature la differenza si nota,quelle della Scott son le più brutte ,poi la verniciatura sia Scott che orbea rispetto ad mde sono più delicate e non sono verniciate bene, se volete mi metto anche le foto...poi usandola la differenza non c'è,ma la qualità si nota solo guardando le 3 bici
Storia precedente

Bici e alcool

Storia successiva

Sono iniziati i saldi da Decathlon

Gli ultimi articoli in News