Quanta neve c’è ancora sulle Alpi?

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Dopo due anni di precipitazioni nevose scarse, sembra che in tanti si siano dimenticati quanta neve ci sia di solito sulle Alpi a maggio, e soprattutto non abbiano ben presente cosa vogliano dire le copiose precipitazioni di questa primavera. Infatti in quota, nel 2024, c’è ancora tantissima neve che non solo va a toccare il Giro d’Italia, ma anche la pianificazione di chi prevedeva di salire in alto già a giugno.

Se non siete informati sulla diatriba legata al Giro e al suo previsto passaggio sul passo Umbrail (2501 metri), cliccate qui. Già l’idea di pedalare a Livigno a maggio mi mette freddo, se poi penso alla salita dello Stelvio, per poi deviare a sinistra verso l’Umbrail, in pantaloncini in lycra, mi viene una pelle d’oca alta 5 cm.



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Facciamo 3 esempi di passi alpini in cui si sta tentando di aprire le strade. Per esempio, sul Rombo la squadra italiana si è incontrata con quella austriaca che saliva da Sölden in un paesaggio surreale:

Sul passo della Novena (2478 metri) i lavori sono tutt’ora in corso per riuscire a liberarlo dalle masse di neve in previsione del passaggio del Tour de Suisse il 14 giugno (guardate il video qui).

Il passo del Gottardo, alto solo 2106 metri, è ancora chiuso, con grande dispiacere dei vacanzieri teutonici che sono costretti a code bibliche per entrare nell’omonimo tunnel autostradale e dirigersi in direzione sud, alla ricerca di un bel tempo che non c’è. Muraglioni alti quasi 10 metri sui bordi della strada.

Potete quindi immaginare che un giro come quello del Piz Umbrail, che arriva oltre i 3000 metri, richieda una discreta dose di pazienza prima di poter essere percorso quest’estate.

Come lui anche i fantastici giri in val Formazza o in val Bedretto, come questo.

Avete delle informazioni su altri passi o sulla situazione neve in località famose per la mountain bike? Condividetele qui nei commenti!

Commenti

  1. lorenzom89:

    anche isola d'elba, sardegna e sicilia sono tagliate fuori dal resto del mondo per 365 giorni all'anno, ma mica si fanno km di ponti per ricollegarle...

    se vogliamo contrastare il cambiamento climatico bisognerebbe iniziare a capire che non tutto si può risolvere con petrolio, ruspe, asfalto, cemento... se in un posto d'inverno nevica, non ci si va, punto..
    Ma infatti non stiamo parlando dell'inverno, bensì dell'estate, che se va bene dura 3 mesi. In quei 3 mesi ci portano su vacche per fare il latte e il formaggio che poi tu in pianura mangi, si aprono rifugi e alberghi per creare una fonte di reddito a chi vive in quelle zone, e dove tanti vanno su per farci le ferie e godersi il fresco.
    Riportavo Livigno e la zona franca perché nessuno voleva viverci, isolati dal mondo con un inverno che inizia ad ottobre e finisce a maggio (ho sciato a Livigno a maggio). Ora è una località turistica fra le migliori d'Italia. Vai a dire ai livignaschi che si torna a 60 anni fa.
  2. lupeaq:

    Vabbè, senza offesa, ma non ci arrivi. O parli obiettivamente o parli di ideologia a sto punto... Vivi un invernata in montagna, ma invernata fatta bene, e poi c'è lo ridici se ne vale la pena aprire strade o valichi .
    alcuni vale sicuramente la pena, altri no, come quello per far passare il tour de suisse.. che passi da un altra parte

    come l'asfaltare le strade per far passare il giro... che passino altrove o che montino delle gomme più larghe.. già si tirano dietro una carovana inutile di 2000 mezzi
  3. lorenzom89:

    quel business sparisca
    Bene metti i soldi per pagare i pastori, i caseifici, i trasportatori, i produttori di attrezzature agricole ecc.ecc.
    E' facile fare gli ecologisti col c**** altrui.
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