[RCM] Salti in curva: le HIP

Eccoci di ritorno con un argomento che può apparire prettamente discesistico, ma che in realtà aiuta molto qualunque rider in condizioni di discesa tecnica o in presenza di linee diverse. Immaginiamoci una zona rocciosa. É facile che troveremo zone in cui lastroni di pietra vanno ad innescare una curva o una S sul tracciato. Usare questa tecnica per saltarci dentro può essere un ottimo modo di affrontarli con decisione. Con l’esperienza andrete anche a poter utilizzare cambi di pendenza o radici per sollevarvi da terra e prendere velocità in atterraggio, ed ecco che questa tecnica viene utilizzata tutte quelle volte in cui lo stacco non è rettilineo ma in curva.

Definiamo una HIP come un salto nel quale lo stacco e l’atterraggio non sono sulla medesima linea, ma hanno un angolo di inclinazione tra loro.



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Partiamo inoltre dal presupposto di aver già sviscerato al meglio i due argomenti alla base di questo, e cioè Bunny hop e i Salti.

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Traiettoria

Come potete ben immaginare mentre siamo in aria la linea che ci porta all’atterraggio sarà rettilinea, purtroppo è impossibile curvare in aria. Dovremo attenerci semplicemente alla parabola che andiamo a impostare mentre stacchiamo e atterreremo dove questa parabola incontra il suolo. Proprio per questo motivo in un salto in curva dovremo valutare al meglio la traiettoria e considerare già da prima di staccare che il salto in questione è una Hip.

La nostra rampa non dovrà quindi essere affrontata “dritta”, dovremo infatti storgere la nostra traiettoria in ingresso in modo da tagliare il salto al fine di creare una parabola che ci faccia atterrare nel landing. Anche nella scelta dell’atterraggio (sì è una scelta, non si dovrebbe atterrare dove vuole la bici ma dove vogliamo noi), dovremo avere un pio di accortezze. Cercare di atterrare sull’angolo superiore interno del landing è una buona scelta.

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Con angolo superiore interno intendo che se il nostro salto curva verso sinistra io dovrò cercare di atterrare in cima al landing sul lato sinistro. Viceversa a destra vale il contrario. Questo permetterà infatti di avere più spazio possibile a disposizione per curvare/frenare fare quello che ci serve nel proseguimento della discesa. Ovviamente questa regola generale non vale in caso di salti con traiettorie particolari. Ad esempio in una hip con atterraggio in ingresso di una parabolica lunga può aver senso andare a ricercare già l’esterno curva per trovarsi in traiettoria. Rimarrei comunque nell’analisi del singolo passaggio per evitare di immettere altre variabili all’equazione.

Abbiamo capito insomma che la traiettoria ideale è quella che “taglia” lo stacco e ricerca un atterraggio perfetto in cima al landing sulla parte interna. Questo tipo di salto richiede una precisione non da poco, ecco perché consiglio inizialmente di ricercare la parte centrale del landing e non necessariamente l’inizio dello stesso. Cercate, mentre tagliate sulla rampa, di centrare il landing in pieno. Andrete poi col tempo ad affinare la tecnica.

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Stacco

Si stacca come su un salto normale. Non vi venga in mente di staccare ruotando testa o spalle o cercando di tirare il manubrio da una parte. Come già detto in aria non è possibile curvare quindi non cercate di farlo. I movimenti sopracitati innescherebbero solamente delle rotazioni. Non c’è niente di peggio in bici che innescare una rotazione mentre siamo in aria. Non potremo infatti fermarla, in nessun modo. Ci sono metodi per accelerarla o rallentarla ma una volta innescata una rotazione quella è presente nel sistema bici-rider e finchè non tocchiamo il terreno continuerà ad agire.

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Se la traiettoria che avete impostato è giusta starete saltando in direzione dell’atterraggio e sarete più o meno inclinati a seconda di quando avete curvato prima del kick. Voi dovete pensare solo a saltare verso l’alto come se foste dritti, fare un bunny hop fatto bene tenderà automaticamente a stabilizarvi. A questo punto vi troverete in aria stabili. Non vi saranno rotazioni e l’inclinazione del vostro corpo non cambierà durante il salto.

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Fase aerea

Quello che dobbiamo andare a fare adesso, come in ogni salto che si rispetti è andare a decidere la zona di atterraggio e puntarla con lo sguardo. In questo modo aumenteremo ancora la nostra stabilità e non andremo a innescare rotazioni strane. Non cercate di spostare il posteriore per cercare di atterrare già in curva, non serve e anzi rischierete solo di atterrare storti e rimbalzare fuori dal sentiero per il contraccolpo. Se io sto infatti facendo un salto verso sinistra (come in foto) e atterro con la bici tutta storta, e cioè con il posteriore verso destra, allineato con quella che sarà poi la via di uscita, non farò altro che ricevere un gran colpo e ritrovarmi dopo l’atterraggio nella direzione che sto percorrendo in aria, ovvero verso l’esterno della curva.

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Sarà decisamente meglio atterrare rimanere con le ruote nella direzione in cui stiamo andando aspettando di curvare una volta atterrati.

Per fare questo possiamo aiutarci storgendo leggermente il manubrio verso l’esterno della curva. Questo ci aiuterà a rimanere dentro con le spalle, bilanciandoci al meglio quando in atterraggio inseriremo in curva la bici.

Mi raccomando sempre di andare a cercare con lo sguardo l’atterraggio perché è la cosa davvero fondamentale in ogni salto.

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Atterraggio

Poco prima di atterrare (dipende dalla grandezza del salto, su un salto piccolo a bassa velocità diciamo a pochi cm dal suolo, su un salto più grosso un po’ prima) dovremo aver fatto tutte le cose per bene, dovremmo essere in linea con la parabola che stiamo percorrendo e leggermente inclinati verso l’interno curva. A questo punto alziamo lo sguardo per andare a vedere cosa c’è dopo il landing e andare a scovare la nostra linea.

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Come in ogni salto consiglio di atterrare leggermente prima con l’anteriore, qui più che in altri casi vedremo che è fondamentale.

 

Una volta atterrato l’anteriore potremo andare già a girare (poiché dobbiamo girare se non vogliamo finire fuori strada) poiché saremo già con le spalle dentro la curva e i pesi che mi permettono di spingere. In questa fase sarà fondamentale non arretrare, ma mantenere un buon assetto avanzato mentre si assorbe l’impatto dato dall’atterraggio. Così facendo infatti il posteriore potrà atterrare tranquillamente senza darci contraccolpi e noi ci troveremo in un istante ad aver già curvato e ad essere in linea con il landing e quindi con il resto del percorso.

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Ingrediente segreto. Saltellare in curva

Una volta imparato a “hippare” possiamo usare questa tecnica anche per aumentare il grip sulle ruote in curve senza appoggio. Come sappiamo il grip è dato dal carico che noi mettiamo sulle ruote. Per questo motivo suddividendo una curva lunga in zone potremo andare a curvare “saltellando”, come se ci fossero tante hip una dopo l’altra. Magari in qualche video di discesa avete già visto questa tecnica. Si vedono infatti a volte dei rider che sembra che saltellino in contropendenza o in curva tirando su muri di terra quando il grip si fa massimo.

Per fare questo non dobbiamo fare altro che stare in posizione di curva e fare come dei piccoli bunny hop (non necessariamente sollevando le ruote da terra), dare delle spinte, in modo tale da trovarci ogni volta a crearci noi stessi un appoggio.

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