[Test] Gomme Onza Porcupine RC

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Presentate a settembre 2020, le Onza Porcupine hanno trovato posto sulla Pivot Switchblade nella sua versione più discesistica, motivo per cui ho dovuto attendere lo scioglimento della neve sul Monte Tamaro per il verdetto di questa recensione. Il motivo di tale scelta è semplice: sono pneumatici molto aggressivi, non solo nel disegno dei tasselli ma anche nel peso.



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Sono disponibili solo nel formato 29 pollici, con lo skinwall dal colore marroncino che vedete nelle foto, ed hanno una mescola molto morbida oltre ad una carcassa robusta, la nuova GRC. L’unica larghezza disponibile è di 2.50″.

Il peso dichiarato è di 1200 grammi, quello rilevato è di 1190gr, l’ETRTO è 63-622, mentre il prezzo di listino è di 69.90€.

La carcassa è la nuova GRC, molto robusta e così composta:

Il disegno del battistrada è estremamente aggressivo, con tasselli molto alti e spaziati fra di loro.

Come potete immaginare, questa è una gomma che si trova bene su terreni morbidi e sul bagnato, come indicato dalla stessa Onza.

Sul campo

Onza mi ha mandato due pneumatici Porcupine RC, io però ne ho montato solo uno all’anteriore, latticizzandolo. Il motivo? La scorrevolezza estremamente bassa, unita alla mescola morbida, non ne fanno un copertone da posteriore. Su asfalto si sentono chiaramente i tasselli rotolare, proprio per la loro altezza e la spaziatura molto generosa. Oltre alla fatica in pedalata che implicherebbe, una gomma del genere dietro non durerebbe a lungo, e questo sarebbe un peccato perché in fuoristrada, e sui terreni dove giro di solito, la Porcupine RC è una libidine.

Prendiamo una traversata come quella del Monte Tamaro, dove sassi e terreno smosso non mancano di certo. La sicurezza della Porcupine è fenomenale, perché riesce ad avere grip in piega ed in frenata senza batter ciglio, anche con bagnato.

La carcassa robusta mi ha permesso di tenere pressioni intorno ai 1.1 bar (ripeto, all’anteriore), e ho trovato l’equilibrio giusto fra precisione di guida e tenuta in curva, nel senso che non spancia e non c’è effetto deriva. Anche la larghezza di 2.5″, con ETRTO 63-622, è perfetta per un pneumatico da enduro dove si ricerca precisione di guida che diventa critica se l’anteriore è troppo largo.

Dove il Porcupine va in crisi è su terreno compatto e duro. Qui si ripropone il problema dei tasselli molto alti e spaziati che tengono il pneumatico troppo lontano dal terreno, perché il battistrada non riesce a dare grip sufficiente. Per farvi qualche esempio di dove non mi sono trovato bene: passaggi su placche di roccia o frenate sul poco asfalto che percorro solitamente. Non era di certo una sorpresa.

Quello che da un lato è negativo, diventa positivo in condizioni di bagnato e fango, perché la distanza e la forma dei tasselli permenttono al Porcupine di pulirsi in fretta e quindi di trovare trazione nel terreno, anche grazie ai massicci tasselli laterali, in parte rinforzati per la tenuta in curva. Vi ho già detto che il grip in cruva sullo smosso è fenomenale? Mi sa di sì…

Conclusioni

Le Onza Porcupine sono gomme discesistiche che offrono un grip grandioso su terreni smossi e sul bagnato. La carcassa robusta permette di girare a pressioni basse senza avere effetto deriva. La resistenza al rotolamento è molto alta, mentre i fondi duri e compatti non sono il loro forte.

Onza

 

Commenti

  1. Che abbiano grip su smosso , bagnato e fango lo abbiamo compreso ;-), come dovremmo aver capito che in ambito gravity l'anteriore da 29x2,5 è ormai il "must" con buona pace per 27,5/27,5+ o 26 :prega:
  2. Ciao, scusa se non c'entra una mazza con l'argomento del test, ma dalla foto ho visto il tubo freno in treccia e vorrei chiederti se è effettivamente efficace, visto che ho sentito pareri molto discordanti al riguardo.
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