[Test] GT Zaskar LT

21

In queste settimane successive al lockdown i negozi di bici sono stati letteralmente presi d’assalto da neofiti in cerca di bici relativamente economiche per potersi avvicinare al nostro amato sport, incentivati dal bonus mobilità ma anche spinti dalla lunga reclusione domestica alla ricerca di piacevoli attività outdoor. Abbiamo quindi deciso di mettere alla prova una bici da trail che rientrasse in un budget interessante per questa fascia di mercato ma che fosse al contempo in grado di offrire sulla carta quelle prestazioni che è legittimo aspettarsi da un marchio di lunga esperienza come GT e da un pedigree come quello della Zaskar, il modello più longevo della storia della MTB. Per la precisione si tratta della nuova GT Zaskar LT, presentata lo scorso maggio, in allestimento Expert e in taglia M.



.

Dettagli

  • Materiale telaio: lega di alluminio
  • Formato ruote: 29″
  • Geometrie variabili: no
  • Corsa anteriore: 130mm
  • Offset forcella: 51mm
  • Trasmissione: 1×12 (32t / 11-50)
  • Mozzo posteriore: Boost 148×12
  • Mozzo anteriore: Boost 110×15
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Disponibilità del solo frameset: no
  • Peso: non dichiarato
  • Peso rilevato: 14,04kg senza camere d’aria e senza pedali

La prima Zaskar nacque nel lontano 1991 e fu da subito un successo che portò il marchio di BMX GT alla ribalta del mondo della MTB. Per i successivi 30 anni, questa hardtail è sempre rimasta nel catalogo del brand statunitense con numerosi modelli che hanno rappresentato l’evoluzione del primo telaio, mantenendo sempre il caratteristico design a triplo triangolo. Tra questi anche la penultima versione da me testata nel 2016, la Zaskar Carbon LTD, con telaio in carbonio e ruote da 27.5″. Nel corso della storia, la Zaskar è stata l’unica bici a salire numerose volte sul gradino più alto del podio di coppa del mondo in ben quattro discipline (XC, DH, dual slalom e trial), diventando progressivamente una vera icona e una garanzia di prestazioni elevate.

La nuova versione LT della Zaskar è una bici pensata per il trail, dove LT sta per long travel e indica la maggior escursione della forcella rispetto al modello da XC già in gamma, che è disponibile con telaio sia in carbonio che in alluminio. Il telaio della LT è invece disponibile esclusivamente nell’opzione in lega di alluminio ed è proposto in due diversi allestimenti, la Expert in prova dal prezzo di €1.499 e la Elite, ulteriormente economica con i suoi €1.199 di listino.

Il Triple Triangle Design è la caratteristica che unisce tutti i modelli della storia della Zaskar, sin dal 1991. Non si tratta solo di un vezzo estetico, quello del triangolo formato dai foderi alti del carro che oltrepassano il tubo sella per giuntarsi sul tubo orizzontale, ma di una precisa funzione telaistica che ha sempre conferito alla Zaskar alcune caratteristiche come agilità e reattività del retrotreno. In questa ultima versione, GT ha scelto di modificare questo sistema, realizzando i foderi alti svincolati dal tubo sella e saldati esclusivamente al top tube, mentre in tutti i precedenti modelli erano saldati anche al tubo sella. Questa modifica ha lo scopo di aumentare il comfort sia in salita che in discesa grazie ai foderi alti più lunghi, quindi meno rigidi, che non trasferiscono direttamente al tubo sella le vibrazioni e gli urti provenienti dalla ruota posteriore.

La forcella è una 35 Gold RL, la migliore versione della forcella entry level del brand RockShox. Il nome rivela i 35mm di diametro degli steli. Ha 130mm di escursione e offset da 51mm. Il lato idraulica fa affidamento su una cartuccia Motion Control che rappresentava il top di gamma delle cartucce idrauliche di RS fino a una decina di anni fa. Il pomello in plastica agisce efficacemente sulla compressione con 7 posizioni fino al blocco totale. La cartuccia ad aria è la Debonair e adotta gli stessi token delle sorelle maggiori. La 35 non è paragonabile ovviamente a una Pike ma, a parte un po’ di stiction nella parte iniziale di corsa e una curva di compressione che offre scarso sostegno nella parte centrale della corsa, svolge dignitosamente il suo lavoro .

La trasmissione è fornita da SRAM in una combinazione di componenti Eagle di bassa gamma, con cassetta e catena SX e cambio, comando e guarnitura NX. La cassetta è da 11-50 denti, quindi monta sul classico corpetto HG, mentre la corona è da 32 denti e il range complessivo di rapporti che ne consegue è adeguato alla destinazione d’uso della bici. In generale le prestazioni di questa trasmissione sono migliori di quanto ci si aspetterebbe da un prodotto economicamente così distante dal top di gamma e l’unico difetto concreto, quanto meno nell’utilizzo a breve termine come quello del test, è rappresentato dal peso, soprattutto per ciò che concerne la cassetta.

I freni MT410 sono un modello economico di Shimano che, superata l’inadeguatezza delle prime due discese di rodaggio, hanno iniziato a tirare fuori le prestazioni tipiche dei freni nipponici, rivelandosi la vera sorpresa di questo allestimento di fascia economica scelto da GT per la Zaskar LT. Un freno minimale e grezzo che tuttavia ha mostrato capacità nettamente superiori ad alcuni prodotti più costosi della concorrenza, con una potenza e una resistenza al fading che permettono di gestire il mezzo senza incertezze anche sulle lunghe discese. Le pinze agiscono su una coppia di rotori RT56 a 6 fori, da 180mm all’anteriore e da 160mm al posteriore, dove l’attacco pinza sul telaio è realizzato in modo da distribuire il carico della frenata esclusivamente sul fodero basso.

Le ruote sono assemblate con cerchi WTB ST i30 montati con 32 raggi tondi in acciaio su mozzi Formula DC (che ricordo, non è l’azienda italiana ma un’omonima taiwanese). Sono ruote massicce, sicuramente robuste anche per merito dell’affidabile seppure economico cerchio WTB, ma effettivamente pesanti per un utilizzo trail, a maggior ragione su di una hardtail. I mozzi sono piuttosto scorrevoli ma il posteriore ha preso abbondante gioco già dopo due uscite ed è stato necessario registrare il sistema di coni e sfere su cui ruota. L’ingaggio della ruota libera offre solo 21 punti, quindi decisamente carente, soprattutto nelle salite tecniche. GT ha scelto coperture dalla tassellatura aggressiva con l’abbinamento di Maxxis Minion DHF 2.5″ all’anteriore e DHR II 2.4″ al posteriore, entrambi EXO. Essendo anche i cerchi già predisposti Tubeless, ho eliminato le camere d’aria di serie.

Il reggisella telescopico TranzX ha aiutato a contenere il prezzo di listino offrendo quelle prestazioni che molti nostri lettori già conoscono, con un comportamento pieno e corposo sia in affondamento che in estensione e un comando semplice ma sufficientemente comodo ed efficace, certamente non scorrevole e morbido quanto alcuni prodotti di alta gamma della concorrenza, ma un prodotto apprezzato per il rapporto qualità prezzo. La taglia M in prova monta la versione da 125mm ma avrebbe avuto senso offrire maggiore escursione considerando che lo spazio non mancherebbe. Sorregge un’ottima sella Fabric Scoop con profilo Shallow che conosco molto bene, anche se in versione entry level. Completano il trittico il manubrio GT da 780mm di larghezza con attacco GT da 45mm di lunghezza, misure che ho trovato adeguate alla destinazione d’uso.

Il telaio ha un passaggio cavi interno al telaio, piuttosto curato, con una porta di ingresso su entrambi i lati del tubo obliquo, in prossimità della zona sterzo, entrambe protette da un’apposita guarnizione in gomma che sorregge i cavi in modo ordinato. I cavi escono nella parte inferiore e terminale del tubo obliquo, oltre il movimento centrale, quindi discretamente protetti da eventuali urti contro rocce sporgenti o alzate dalla ruota anteriore, e da qui si diramano esternamente lungo i due lati del carro. Essendo una hardtail, lo spazio per il portaborraccia è ampio e in una posizione facilmente raggiungibile, al centro del tubo obliquo. Considerato lo spazio a disposizione, un secondo supporto per il portaborraccia, da usare per una maggiore riserva di acqua o come porta attrezzi, sarebbe risultato utile.

Geometrie

In azione

Il retaggio del nome Zaskar è molto importante e di conseguenza le mie aspettative erano piuttosto alte, memore anche dei precedenti modelli che ho potuto provare e che mi hanno sempre entusiasmato. Ho messo alla prova la Zaskar LT su vari percorsi del finalese, alcuni più tecnici e altri più scorrevoli, sia per quanto riguarda la salita che la discesa. Sulle salite scorrevoli, sia su asfalto che su strade bianche, la hardtail di GT sale bene con una posizione di guida ampia e dominante che non stanca. La scorrevolezza in generale è buona, così come la reattività negli scatti, ma entrambe queste caratteristiche risentono del peso superiore ai 14kg, non eccessivo a confronto di molte full attuali tuttavia considerevole per una hardtail che, in quanto tale, di queste caratteristiche dovrebbe farne un vanto. Un piccolo upgrade delle ruote, sempre restando su un prodotto relativamente economico ma più leggero e performante, garantirebbe un netto miglioramento in questo senso.

Il peso si fa sentire anche nelle salite tecniche, ma qui passa facilmente in secondo piano grazie all’ottima trazione, per nulla banale su una hardtail, anche sui tratti molto sconnessi e su fondo smosso. Il carro decisamente lungo rende la Zaskar LT molto stabile in salita, anche su quelle parecchio ripide, garantendo un efficace superamento degli ostacoli. Nei tratti più tortuosi la precisione e la maneggevolezza non sono eccellenti ma in termini generali mi sento di definirla una buona scalatrice nel tecnico. Il nuovo sistema Triple Triangle Design con i foderi alti non saldati al tubo sella è proprio sulle salite con fondo sconnesso che offre il meglio di sé, isolando adeguatamente il rider dalle asperità del terreno mentre pedala seduto in sella.

In discesa invece, stando in piedi sui pedali, non si avverte il beneficio dei foderi alti più lunghi e svincolati dal tubo sella, anzi, la Zaskar LT è decisamente sincera nel trasmettere al rider gli urti incassati dalla ruota posteriore. Il carro è infatti piuttosto rigido e occorre una discreta tecnica per assorbire con le gambe ciò che non viene filtrato dal telaio. In termini di guidabilità, la Zaskar propende più per la stabilità che per la maneggevolezza. Il carro lungo e l’angolo sterzo relativamente disteso si traducono in una quota di interasse generosa per una front e ciò consente al rider di sentirsi bilanciato, stabile e ben posizionato sulla bici, a discapito però di una parte di quella maneggevolezza nello stretto e nel tortuoso che negli anni ha reso famosa la Zaskar e per compensare la quale occorre un certo impegno da parte del rider.

Ho apprezzato la Zaskar LT nei tratti veloci e scorrevoli, nei quali la hardtail di GT tira fuori il suo lato aggressivo e divertente. Dove i percorsi consentono di lanciare la bici a una buona velocità e di tenere un ritmo mediamente alto, quindi senza essere rallentati da tratti troppo tortuosi e stretti, oppure troppo sconnessi per via del carro molto rigido, lì anche la maneggevolezza torna a essere eccellente e la Zaskar LT si rivela una trail bike aggressiva in cerca di flow, velocità e divertimento, pronta a staccare le ruote da terra, bilanciata in aria e scorrevole sugli ostacoli.

Conclusioni

La nuova Zaskar LT è una bici particolare, decisamente differente dalle precedenti Zaskar, sia come stile di guida che per la sua collocazione sul mercato come entry level. Difficile ritrovare in questa bici le caratteristiche tipiche che hanno accomunato le precedenti Zaskar, ma a prescindere dal nome, questo nuovo modello si presenta come un’ottima MTB per neofiti che vogliono approcciare questo sport con un mezzo che gli consenta di divertirsi in sicurezza pur spendendo una cifra contenuta ma anche come seconda bici per rider esperti che vogliono divertirsi e affinare la propria tecnica con una hardtail, investendo poco e magari sfruttando dei componenti di cui sono già in possesso per dei piccoli upgrade.

Allestimenti e prezzi

Zaskar LT Expert – €1.499
Zaskar LT Elite – €1.199

GT Bicycles

 

Commenti

  1. mirc0:

    2 domande:
    come ti spieghi che in salita il carro lungo assorbe le asperità mentre in discesa non svolge (o non si apprezza) questa funzione? Lavora meglio sulle basse velocità?
    Quando fai il paragone con le "vecchie" zaskar concludi che la nuova sia più per neofiti che non le vecchie giusto? (vecchie più maneggevoli nello stretto ma che richiedono più guida attiva)
    In salita funziona perché si sta seduti, mentre in discesa stai in piedi, l'ho spiegato nell'articolo. Fondamentalmente questo sistema isola il tubo sella e quindi stando seduto hai più peso sulla sella che sui pedali e sulle braccia ed essendo il tubo sella svincolato dai foderi alti e maggiormente isolato dal carro, filtra gli urti e le asperità prima che arrivino al punto di contatto sul quale il rider carica il maggior peso. Viceversa, stando in piedi, tutto il peso è su gambe e braccia e dato che il movimento centrale e il top tube non sono isolati, gli urti si incassano senza filtri.
  2. probabilmente il motivo è che il peso in discesa è più spostato su avantreno e quindi i foderi,anche se più lunghi, non sono così "caricati" e non assorbono le asperità
  3. frenk:

    Se fossero realmente meno caricati subirebbero meno le asperità, ma non è questo il punto. Il punto è che i foderi non assorbono nulla, non sono elementi ammortizzati o elastici, a meno che non siano realizzati appositamente per flettere, come su altri modelli, ma non è questo il caso. Non ho mai parlato infatti di assorbire ma di dove si scarica l'energia cinetica che proviene dagli urti e che inevitabilmente viene trasmessa al telaio e di conseguenza al rider, energia che non si può disperdere, ma in misura minore si può intervenire per far sì che alcune zone subiscano gli urti solo indirettamente mentre altre per forza di cose le subiranno direttamente. Per questo motivo da seduti si avverte meno che da in piedi.

    Per il parere sul tema neofiti, mi sembra di averlo abbondantemente espresso in più parti dell'articolo... no?
    Grazie per il chiarimento su vibrazioni. Tieni presente che non tutti sono "imparati" tu tema materiali e aspetti tecnici collegati ;-)

    Che fosse una mtb per neofiti ne ero conscio anche senza leggere l'articolo.

    Per il resto, con la premessa che apprezzo (senza piaggeria) i tuoi articoli per come sono scritti (soprattutto per l'italiano), mi sono contorto su questo periodo, che è ben scritto ma molto articolato;
    "Il carro lungo e l’angolo sterzo relativamente disteso si traducono in una quota di interasse generosa per una front e ciò consente al rider di sentirsi bilanciato, stabile e ben posizionato sulla bici, a discapito però di una parte di quella maneggevolezza nello stretto e nel tortuoso che negli anni ha reso famosa la Zaskar e per compensare la quale occorre un certo impegno da parte del rider."

    In più hai scritto che la bici si apprezza più sui tratti scorrevoli.

    Deduco che in generale la maneggevolezza sia da compensare quando si va un veloci perché la bici avrà meno direzionalità.
    Quindi meglio questa rispetto alle versioni per neofiti precedenti perché ti rende più sicuro perdendo qualcosina sullo stretto?

    Abbi pazienza ma voglio essere certo di quello che potrei consigliare o meno, e credo che un articolo di una bici per neofiti si presti anche a lettori neofiti che beneficiano di questi chiarimenti.
Storia precedente

Arriva l’All-Country

Storia successiva

Bambini e MTB: come scegliere la bici e come migliorare la tecnica

Gli ultimi articoli in Test