[Test] Shimano XTR 2015 meccanico 1×11 (parte 1)

Quando, lo scorso giugno, uscì la notizia che il nuovo Shimano XTR avrebbe avuto 11 velocità ed un 1×11 nativo, internet stava per esplodere. Il motivo stava nella scelta del marchio giapponese di limitare il range di rapporti disponibili fra l’11 e il 40, contro il 10-42 della concorrente SRAM. Fiumi di parole vennero scritti sulla “coperta troppo corta” e sulla “gamba da pro” che ci vuole per spingere questi rapporti. Solo l’avvento del gruppo XTR elettronico fece cessare il flame – semplicemente spostandolo su un altro argomento.

Noi di MTB MAG volevamo affrontare la problematica da vicino e, grazie alla collaborazione con la nuova Shimano Italia, che ha preso il posto di un distributore mai amato da media e consumatori, abbiamo avuto la possibilità di montare il nuovo gruppo XTR meccanico su una delle nostre bici test, la Santacruz 5010.



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Come potrete notare, Shimano Italia non si è limitata a metterci a disposizione la trasmissione, ma anche le ruote XTR Trail e i nuovi freni XTR. In questo articolo però ci vogliamo concentrare sul gruppo, partendo dal fatto che la guarnitura non è XTR, ma una Race Face Next SL (qui il test). Il motivo è semplice: Shimano è partita con la produzione della guarnitura 2×11, a cui seguirà la 3×11 ed infine la 1×11 (pronta per febbraio/marzo 2015), sequenza che segue i numeri di vendita mondiali. Sapendo che il tema più caldo è quello di come si comporti un XTR 1×11, abbiamo dunque scelto di mettere da parte la guarnitura 2×11, che verrà provata in un secondo momento, e di concentrarci sull’1×11.

A chi obietterà che la guarnitura XTR prevede di poter cambiare il numero di corone agganciate allo spider, possiamo dire che le corone del 2×11 non hanno i denti adatti per la ritenzione della catena, e quindi non si prestano ad un test 1×11. Ci vuole l’apposita corona 1×11 per evitare che la catena cada, come (quasi) visibile dal sito Shimano.

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Quattro sono le parti della trasmissione messe sotto torchio in questo test: il deragliatore posteriore, il pacco pignoni, la catena ed il manettino del cambio, tutti specifici per le 11 velocità. Il deragliatore è uno Shadow +, cioè pensato per essere il meno esposto possibile agli urti contro le rocce. La novità sta nella sua nuova angolazione, ancora più protetta rispetto al passato. Questo tipo di deragliatore è dotato di una levetta che attiva la frizione che stabilizza la catena. Nella foto si riconosce dal suo colore arancione. Ha due posizioni, ON e OFF, dove quella OFF dovrebbe venire usata solo quando si fa manutenzione o si regola la cambiata. Il peso del deragliatore è di 220 grammi.

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Il pacco pignoni ha una rapportatura di 11-13-15-17-19-21-24-27-31-35-40, la cui progressione viene definita da Shimano come “Rhythm Step”. Il fatto che il rapporto più grande sia un 11 e quello più piccolo un 40 facilita la spaziatura, rendendo la differenza fra un pignone e l’altro non eccessiva. Questo pacco pignoni può venire montato su un classico corpetto Shimano per 10 velocità. I pignoni sono singoli, composti da diversi materiali: il 40 è in alluminio, dal 19 al 35 sono in titanio e dall’11 al 17 in acciaio. Il suo peso è di 330 grammi.

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Il manettino del cambio è dotato di due leve in carbonio lavorate in maniera diversa e, stando a quanto dice Shimano, richiede il 20% in meno di forza per attuare la cambiata. La leva per la scalata verso pignoni più piccoli è azionabile in entrambe le direzioni, quindi sia con il pollice che con l’indice, mentre l’altra supporta solo il movimento del pollice in avanti.

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Sul campo

Il nuovo XTR è stato provato nelle più svariate condizioni durante gli ultimi due mesi. La prova va avanti, motivo per cui questo articolo è solo il primo di una serie.

Il range 11-40

Cominciamo con il dire che l’1×11, come lo intende Shimano, è pensato solo per chi fa gare o comunque per il biker allenato. Per tutti gli altri esiste il 2×11, meccanico o elettronico. Sapendo però che in ambito enduro sono tanti quelli che usano l’1×10 di Shimano, ci è sembrato giusto provarlo in questa configurazione. Logicamente la “coperta” è corta e, dopo i primi due mesi di test, possiamo dire che è corta sopratutto dal lato dell’11: quando ci si trova davanti a tratti pedalati in discesa l’11, abbinato ad una corona che permetta di salire rampe ripide, mostra i suoi limiti. Al contrario il 40, abbinato alla corona da 32 su una 27.5″, si è rivelato adatto a tutti i tipi di percorsi. Si potrebbe obiettare che forse era il caso di osare con un 34 davanti, ma questo sarebbe costato troppe energie quando le rampe lasciano il posto a vere e proprie salite con pendenza costante oltre il 15%.

Ottima la scelta dei materiali, molto resistenti all’abrasione della catena in un periodo umido come quello invernale. L’unico pignone in alluminio è il 40, poco in uso rispetto agli altri. Potendo poi cambiare i singoli pignoni, si deve affrontare una spesa minore rispetto a quando si deve cambiare l’intera cassetta.

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La cambiata

Chi usa lo Shadow + di Shimano sa quanto questo sistema di tensionatura della catena sia efficiente. Durante tutta la durata del test la catena non è mai caduta, sostenuta anche dai bei dentoni della guarnitura Race Face Next SL. Il rovescio della medaglia sta nella cambiata, che diventa più dura quando la levetta è in posizione ON. Cosa che si può notare in entrambe le direzioni di cambiata. Se si sceglie di disattivare la frizione, la catena sbatacchia sul fodero ed è destinata a cadere, prima o poi. Intendiamoci, pur essendo più dura, la cambiata rimane sempre estremamente precisa e veloce, in tipico stile Shimano, in ogni condizione, sia di fango che di bagnato.

Il manettino è molto ergonomico ed abbiamo molto apprezzato la possibilità di usare la leva che porta la catena sui pignoni più piccoli in entrambe le direzioni. Sopratutto nelle discese tecniche, non dover staccare il pollice dal manubrio è un bel vantaggio.

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Il deragliatore posteriore Shadow +

Un paragrafo a parte merita il deragliatore posteriore, e questo sopratutto per un motivo: la sua posizione molto coperta agli urti. Raramente uno dei nostri deragliatori in test ha ricevuto così pochi graffi come il nuovo XTR, come potete vedere dalla foto qui sotto. Quando si gira in posti pieni di sassi, questo può fare una bella differenza nel portafoglio. Inoltre, una volta regolato, non ha più richiesto altri interventi per tutti e due i mesi di prova.

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Shimano XTR 1×11 o SRAM XX1?

A prima vista sembra facile rispondere a questa domanda: il gruppo XX1 è nato per essere un monocorona, e ha dalla sua un range di rapporti più grandi, sia dal punto di vista delle corone anteriori (dal 28 al 38 contro il 30-36 di Shimano) che della cassetta (11-40 Shimano, 10-42 SRAM). L’XTR, invece, è stato concepito per essere versatile e permettere, con la stessa guarnitura, di montare un 2×11 o addirittura 3×11. Quindi, se volete pedalare sempre e solo un monocorona, la vostra scelta ricadrà probabilmente su SRAM, ammesso che abbiate un corpetto XD sulla vostra ruota posteriore. E qui veniamo ai vantaggi del gruppo XTR, che girano tutti intorno alla sua versatilità:

1) la cassetta 11-40 si può montare su un normale corpetto da 10v.
2) Comprando gli adattatori per lo spider ed una seconda o terza corona, l’XTR diventa un 2×11 o 3×11. Cosa piuttosto comoda, soprattutto se si partecipa a delle Granfondo, dove il 2×11 serve a salvare la gamba sulle lunghe distanze.
3) Il pacco pignoni, non essendo un pezzo unico, permette di cambiare degli eventuali pignoni usurati senza dover acquistare un’intera cassetta. Gli 8 pignoni più grandi sono appaiati, come si può vedere dalla foto:

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Bisogna però dire che per poter usare il 2×11 o 3×11 è necessario che il telaio della propria bici sia predisposto al deragliatore anteriore. Tante bici da enduro di nuova generazione sono state costruite per il monocorona.

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Conclusioni (per ora)

Shimano porta sul mercato un’ulteriore evoluzione dell’XTR che ha il suo punto di forza nella versatilità. Pur essendo l’oggetto di questo test l’1×11, bisogna infatti sottolineare come il nuovo XTR si trasformi rapidamente in un 2×11 o addirittura un 3×11, previa compatibilità con i moderni telai, alcuni dei quali sono predisposti solo per il monocorona. In questo ambito il nuovo deragliatore XTR posteriore brilla per la sua funzione di stabilizzazione della catena e per la sua posizione protetta dagli urti. La cambiata è veloce e precisa in ogni condizione, ma richiede una certa forza quando la levetta dello Shadow + è attivata. Il grande vantaggio della nuova cassetta è l’essere compatibile con i corpetti da 10v, mentre il suo (relativo) piccolo range di rapporti tradisce l’utilizzo che il marchio giapponese ha previsto per il monocorona: quello delle gare. In poche parole: se non avete la gamba, questo 1×11 non fa per voi.

Restate sintonizzati per il proseguo del test con la guarnitura Shimano 1×11 e 2×11!

Il deragliatore posteriore è compatibile con una cassetta 10-42? Qui la risposta.

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