[Video] Alex Volokhov nel ripidissimo Farewell Canyon

[Comunicato stampa]  –  Il road trip. L’atto di considerare l’idea di sfuggire alla quotidianità, esplorando e sperimentando nuovi orizzonti. Il km 1919 non era un’eccezione. Io, Calvin Huth e Steve Shannon eravamo impazienti di uscire ed esplorare la vasta terra da sogno chiamata Farwell Canyon. Questa zona unica e ben apprezzata è stata fondata e percorsa all’inizio degli anni ’90 dai pionieri del freeride in mountain bike. Fortunatamente per noi, SCOTT aveva appena presentato una nuova bici tuttofare tosta, il mezzo perfetto per il viaggio.



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Le stelle si stavano allineando, le email erano state inviate e avevamo in programma di dirigerci verso ovest.

Il tempismo di questo viaggio è stato un po’ strano: io e Calvin eravamo nello Utah per Rampage quando abbiamo realizzato che c’era rimasto poco tempo prima che l’inverno colpisse il nord. Inutile dirlo, c’era da fare un piccolo “road trip” per arrivarci. Il giorno dopo le finali, abbiamo caricato il furgone di Calvin e abbiamo lasciato lo Utah per imbarcarci in una missione in Canada. Dopo alcuni litri di caffè e più di 30 ore di guida, eravamo nel selvaggio west del Cariboo‑Chilcotin. Arrivati a tarda notte, abbiamo preparato subito l’accampamento per riposarci per le avventure dei giorni successivi.

Farwell è un posto speciale. Se mettessi in un frullatore lo sci in fuoripista dell’Alaska e la pratica della mountain bike, otterresti il delizioso frullato di freeride di Farwell. Come con lo sci, è necessario che le condizioni siano perfette. Se è troppo soleggiato e asciutto il terreno si indurisce e rischi di ammazzarti quando devi rallentare. Un po’ di pioggia, e le tue gomme incontrano troppo attrito e non scorrono più. Certe traiettorie sono anche virtualmente impossibili da raggiungere, a causa del terreno tecnico e ripido. Per ultimo, ma non meno importante, devi guadagnarti le tue curve, non c’è nessun passaggio o seggiovia, devi arrampicarti con la bici!”

Con la conoscenza di un sistema meteorologico in atto non c’era tempo da perdere. Quando ci siamo alzati il sole brillava, il posto ci urlava di pedalare, e così è iniziato tutto. Abbiamo vissuto due giornate piene: dalla mattina presto, tutto il tempo nel Santo Graal della mountain bike, e poi le notti accanto al fuoco. Eravamo carichi, ma poi ci ha colpito la maledizione del tempo: è arrivata la pioggia, e si è fatta sentire. A questo punto non abbiamo avuto altra opzione che andare via.

Sentendoci inquieti e ancora affamati di mountain bike, non vedevamo l’ora di uscire per dimostrare ancora di più di cosa fosse capace questa bici. Questo ci ha fatto venire in mente la Sunshine Coast.

Dopo una chiacchierata veloce con Curtis Robinson e Dillion Dunkerton del Coastal Crew/Coast Gravity Park, partivamo per la nostra prossima tappa di questo road trip.

Dopo aver ricevuto quello che pareva essere il biglietto d’oro (le chiavi del park), abbiamo iniziato un servizio fotografico incredibile in uno dei migliori park al mondo. Senza dubbio, il Coast Gravity ha alcuni dei più bei trail. Banchine enormi a onda, salti perfettamente scolpiti, è tutto fluido. Questo posto è più curato delle piante di tua mamma. Ti puoi buttare in una traiettoria qualsiasi, percorrerla a velocità da trail e tutto è perfetto, sin dalla prima volta. È incredibile, è una vera fortuna poter essere qui.

Tre giorni al park, e il progetto era definito, un road trip indimenticabile. La Ransom è stata messa sotto torchio durante questo viaggio, e si è comportata benissimo. Ha gestito di tutto: da traiettorie ripide frastagliate in montana, a trail di DH e salti.

Al prossimo road trip! Saluti,
A.V.

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