Le protezioni per XC, Trail, Enduro e Bikepark

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In occasione dell’infortunio della cross countrista Martina Berta si è fatto un gran discutere sulla necessità delle protezioni anche in discipline in cui di solito non si usano, come il XC.

Ho pensato così di trattare l’argomento per stile di riding, cominciando dal XC per poi andare sul Trail, sull’Enduro e sul Bikepark o Downhill.



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Cross Country

Oltre al casco, che si dà per scontato quando si va in bicicletta, possono venire utili delle ginocchiere leggere e ben traspiranti come queste Endura MT500 D30 Ghost. Si lasciano pedalare bene senza essere troppo calde e possono evitare infortuni ad una della parti del corpo più esposte, il ginocchio.

Importanti i guanti, possibilmente lunghi che proteggano le dita.

Trail riding o All Mountain

Visto che quando si gira in montagna si percorrono sentieri non preparati e spesso nuovi, portarsi dietro un paio di ginocchiere più robuste non è di certo un errore. Grazie al materiale D30,  deformabile e che si indurisce quando prende un colpo, ci sono protezioni che si lasciano indossare a lungo senza nessun problema, come queste Endura MT500 lite D3O.

Lo stesso discorso vale per il casco, che deve essere un po’ più protettivo e avvolgente rispetto ad uno da XC. Il Fox Speedframe Pro è un buon esempio di un casco da All Mountain.

Se si vuole andare più sul sicuro si può scegliere un casco con mentoniera staccabile. In salita si mette la mentoniera nello zaino, in discesa ecco che ci troviamo con un casco che ci protegge anche la faccia, come il Leatt Casco MTB Modular 3.0. E visto che parliamo di zaini, ormai ce ne sono con paraschiena incorporato che non danno alcun fastidio in salita, come l’Evoc Trail Pro.

Enduro

Trattandosi di una disciplina più discesistica, qui un bel casco integrale è d’obbligo, meglio ancora se leggero e ben areato come questo Troy Lee Designs. Le ginocchiere non devono avere la caratteristica di poter essere indossate in salita, quindi possono essere più robuste come le Fox Launch D30.

Per la pettorina la miglior soluzione è una rigida da indossare sopra la maglia ed apribile tramite delle fasce velcro quando si pedala, come questa Leatt Airflex.

Bikepark e downhill

Quando si fa discesa consiglio di scegliere un casco integrale robusto e una pettorina con protezioni anche per le spalle. Sta a voi scegliera a maniche lunghe o corte, io preferisco le maniche corte per non morire di caldo d’estate e nel caso poterci aggiungere delle gomitiere.

Oltre alle ginocchiere, che possono benissimo essere quelle che ho citato nell’enduro, si potrebbe tenere in considerazione un sottopantalone come questi di Endura per proteggere la parte alta della gamba.

Fatemi sapere come girate di solito, se con o senza protezioni, e quali trovate essere le migliori!

In collaborazione con Bike Lab.

 

Commenti

  1. paolop72:

    Per me non ha ormai senso utilizzare un casco non integrale per tutte le discipline che non siano tipo XC/marathon o molto soft.
    Per giri Am o Enduro non vedo ne controindicazioni per il casco integrale ne elementi favorevoli al casco aperto, anche perchè le fasi di discesa e salita sono sempre abbastanza distinte.
    Su modelli areati tipo enduro la differenza di peso è trascurabile, in salita si possono agganciare al manubrio, zaino o usare modelli con mentoniere rimovibili (molto più costosi), in caso di caduta offrono una sicurezza molto superiore proteggendo mento, zigomi e bocca, ovviamente a patto di usare caschi con omologazione AST (che certifica gli urti frontali sulla mentoniera), altrimenti sarebbe come andare con il casco aperto con un appendice di plastica davanti, che forse può proteggere, forse no. Un particolare su cui farei molta attenzione.

    Per quanto riguarda ginocchiere, corpetti, gomitiere penso ci sia un distinguo tra i vari materiali sugli effetti e protezione reale.
    Se si fa bike park o si è disposti a bardarsi in discesa le protezioni rigide o semirigide simil motocross offrono una reale resistenza in caso di urti, soprattutto per quanto riguarda il corpetto con spalle probabilmente da abbinare al bracenek e potrebbero proteggere non solo da contusioni ma anche da danni più seri.
    L'utilizzo di protezioni morbide o semirigide, sicuramente più confortevoli e leggere, permette di ridurre in parte la violenza dell'impatto e offrono una protezione (parziale) dalle abrasioni nelle zone di urto. Non sono convinto che in caso di urto serio, non necessariamente dovuto ad alta velocità ma anche al tipo di ostacolo (roccia o tronco) e alla "goffaggine" di caduta anche a basse velocità le protezioni morbide evitino del tutto conseguenze come distorsioni o fratture.
    A parte gli effetti di "leva e rotazione" che danneggiano articolazioni (spalla e ginocchio in primis) a prescindere dal tipo di impatto e protezione, l'energia dissipata dai materiali di livello 1 e piu morbidi non penso sia sufficiente in caso di urti gravi, certo meglio che senza ma non penso che ne esci completamente indenne.
    Io uso un corpetto light traspirante con spalline morbide, le ginocchiere D30 endura e gomitiere in neoprene "tradizionali" per discese, mi sento più confidente e protetto, ma non penso che in caso di urto grave possa evitare conseguenze seppure meno gravi che non indossandole (ovviamente)
    Nei boschi, anche solo a 25-30kmh (senza scomodare le velocità da DH) se inforchi "bene" un tronco o voli su una roccia con l'angolo giusto, immagino non ci sia pettorina o casco che tenga... è solo una questione di fattore C.
    In certi casi il jolly o c'è o non c'è. Fine.

    Si può minimizzare il rischio, ma si può tranquillamente rimanere paraplegici facendo XC e vestendo pettorina da motocross + ginocchiere + gomitiere e ci si gira il collo. O si è di quelli col neckbrace e si prende un ramo nella zona lombare. Il rischio c'è sempre e, ahinoi, facciamo uno sport pericoloso, con tutto quello che ne consegue.
  2. La miglior protezione rimane usare il cervello. Ci sono tonnellate di studi che dimostrano che l'aumento dei dispositivi di sicurezza passiva è spesso controproducente in quanto aumenta anche il livello di confidenza dell'utente il quale, in questo senso, tende ad andare poi oltre i propri limiti.
    C'è un bello studio che ci avevano fatto leggere durante il corso di psicologia del traffico (ma che non ritrovo) che afferma che i corsi di guida sicura aumentano la probabilità che chi li ha frequentati faccia poi un incidente per un mix di aumento del livello di confidenza non rapportato alle reali capacità di guida (vedi sopra) ma anche perchè si tende poi ad applicare comportamenti appresi in contesti protetti (circuiti ecc) a contesti urbani completamente diversi, con pedoni, altre auto, luci, suoni, ecc).

    Stessa cosa coi dispositivi di sicurezza attiva, i quali spesso sono percepiti come qualcosa che allora ti permette di guidare più rilassato, leggasi più distratto. Vabbè, ho il controllo di corsia, lo start and stop con funzione radar, la frenata automatica d'emergenza, allora posso permettermi di mandare un messaggio col cellulare mentre guido, tanto ci pensa la macchina,...

    Ripeto, non sono mie opinioni, sono fatti.

    Da qui, la necessità di educare al rischio. Vedo me stesso: due anni che d'estate vado in Paganella, il primo anno sono caduto 3 volte perchè "me la sentivo". L'anno scorso ho girato con meno scimmia e secondo me andavo pure più veloce, non sono caduto e mi sono divertito molto di più.

    Proprio per questo dico che nelle competizioni ufficiali si dovrebbero introdurre le protezioni anche a livello di XC, e personalmente anche a livello di ciclismo su strada. Al di là dell'utilità di quelle stesse protezioni nel contesto di gara queste sono però utili a sviluppare un'immagine diversa di quello sport.
    Perchè il pubblico che osserva si abitua all'idea che la protezione non solo è utile, ma è figa perchè la usano anche i pro. Vedasi freni a disco nel ciclismo su strada. Appena i pro hanno iniziato a usarli la perplessità degli amatori è magicamente sparita.
  3. i dispositivi di sicurezza passiva in mtb non è che siano assimilabili alle auto dove effettivamente adagiandosi sulla tecnologia di abbassa la soglia di attenzione e la partecipazione attiva di chi guida.
    Rispetto alla guida in autodromo vs strada urbana, in mtb è piuttosto l'inverso, le protezioni le usi in ambienti tecnicamente piu impegnativi, per cui difficilmente avrai un calo di concentrazione "ambientale", mentre ci sta che si possa per questo effetto cadere non indossando protezioni in un trasferimento banale, un rientro una passeggiata, situazioni in cui si abbassa notevolmente la soglia di attenzione. Sono avvenuti incidenti anche molto gravi in condizioni del tutto banali.

    La sicurezza passiva potrebbe inconsciamente portare a un eccesso di confidenza che esporrebbe a maggior rischio di cadute, però vale anche l'effetto contrario nella mia esperienza, su un passaggio difficile se sei titubante hai paura, ti fermi , non sei "confidente" probabilmente lo sbagli e cadi o rischi di cadere, mentre lo stesso affrontato a parità di tecnica con maggiore confidenza e sicurezza probabilmente lo chiudi. Se le protezioni aumentano il tuo confort e sicurezza sui passaggi probabilmente ti aiutano invece di penalizzarti.

    Di certo non si puo spingere al paradosso il concetto di non usare protezioni per essere più concentrati sui passaggi e non cadere, perchè rischieresti solamente di cadere comunque e farti molto piu male.

    A livello di bikers il concetto di protezione è inversamente proporzionale alla capacità tecnica, su trail enduro molta gente brava non indossa gomitiere e protezioni, al lmite ginocchiere oltre al casco, io essendo scarso non mi sentirei a mio agio.
    Quelli molto bravi girano in park con casco integrale e magliettina e pantalone tipo jeans e sparano salti mostruosi, ma magari sanno anche cadere se qualcosa non gli va bene, io aumenterei solamente il costo dei contribuenti per il SSN se lo facessi, a suon di ricoveri.
    Poi alcuni eccessi di "non protezione" , anche dai piu bravi non li concepisco, come il non portare i guanti in discesa.. La mano è la parte con cui sicuramente vai a contatto col suolo alla prima scivolata anche banale , avere un palmo coperto o scoperto fa la differenza tra rialzarsi e continuare o dovere affrontare abrasioni, tagli e difficoltà a impugnare, considerato il peso e la differenza di confort non ne vedo il vantaggio.
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