[Test] Guarnitura e*thirteen TRS Race Carbon

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Tra le novità proposte da e*thirteen, dopo il test della cassetta Helix R, abbiamo scelto di mettere alla prova l’ultima versione della guarnitura TRS Race Carbon che è giunta alla quarta generazione. Sviluppata appositamente per le discipline dal trail all’enduro, si affianca alle altre guarniture della serie Race di e*13, la LG1 Carbon specifica per il DH e la XCX Race Carbon specifica per il cross country nella versione Mountain e per il gravel nell’omonima versione Gravel.



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La costruzione delle TRS Race Carbon, come svela il nome, è affidata alla fibra di carbonio con un rivestimento addizionale di fibra 3k che ha lo scopo di aumentarne la resistenza agli urti. Sono disponibili in tre lunghezze, 175, 170 e 165mm. Nonostante l’estetica sia nettamente simile al modello precedente, che avevo testato a inizio 2016, le TRSr gen4 introducono molte novità. Innanzitutto e*13 ha ridotto il volume e lo spessore di ciascuna pedivella che comporta di conseguenza una riduzione del fattore Q, che ora è di 178,2mm, poi ha apportato due importanti modifiche al perno che scopriremo nei prossimi paragrafi.

Per quanto riguarda la corona, venduta separatamente dalle pedivelle, e*thirteen mette a disposizione dei suoi clienti due opzioni, la SL (Super Light) e la UL (Ultra Light), entrambe ovviamente con profilo wide-narrow, proposte in un range di dimensioni piuttosto ampio che va da 28 denti a 36 denti per la SL e da 30 a 42 denti per la UL. La versione UL deriva dalla SL ed è stata alleggerita con un’ulteriore lavorazione a CNC delle razze per un risparmio di peso di 11 grammi verificati, a parità di dimensioni. Ho optato per la versione UL da 32 denti che nasce per essere abbinata alle due versioni di pedivelle XCX Race Carbon ma che è compatibile con tutte le pedivelle della gamma e*thirteen.

I due modelli di corona differiscono inoltre per l’offset con -5mm per la UL e -8mm per la SL. Questo aspetto implicherebbe un diverso risultato in termini di linea catena ma in realtà il sistema di e*13 per determinare ed eventualmente modificare la linea catena consente di sfruttare entrambe le corone ottenendo la linea catena necessaria al proprio telaio. Questo sistema prevede appunto degli spacer, ovviamente forniti di serie, da inserire tra la corona e la pedivella e/o tra la corona e la ghiera a seconda della corona che si utilizza e della linea catena che si vuole ottenere. La ghiera, che possiamo distinguere per il colore alluminio lucido nella foto seguente, fissa saldamente la corona sulla sede calettata della pedivella e si avvita/svita tramite una chiave specifica, fornita in dotazione con le pedivelle.

Come il precedente modello, la TRS Race Carbon gen4 utilizza un’interfaccia P3 Connect per fissare la pedivella al perno, con la differenza che sul nuovo modello il perno è solidale alla pedivella lato non-drive mentre sulla versione gen3 era solidale alla pedivella lato drive. Il sistema di connessione P3 Connect non è uno standard introdotto da e*thirteen ma appartiene allo standard German DIN 32711-P3 Polygon in uso sui macchinari industriali pesanti. Il perno da 30mm di diametro è in alluminio anodizzato nero, con le sedi dei cuscinetti rettificate. Il serraggio avviene tramite una vite con testa a brugola da 8mm che funge anche da auto-estrattore per la rimozione della pedivella, altra novità rispetto al precedente modello che necessitava di un estrattore specifico.

Una volta serrata la vite, la pedivella va a battuta sul perno e per regolare il precarico dei cuscinetti si può agire su una semplice ghiera in plastica che comanda a sua volta una ghiera in alluminio la quale, venendo avvitata o svitata sul perno, va in battuta sul cuscinetto del movimento centrale e ne determina il precarico. Questa regolazione, denominata APS (Adaptive Preload System), si può gestire semplicemente a mano, senza bisogno di attrezzi, e non necessita di essere fissata in posizione come accade per esempio con l’equivalente di SRAM. La ghiera in plastica è dotata al suo interno di piccole sedi che creano dei leggeri scatti volti a fermarla nella posizione scelta.

Per quanto riguarda il movimento centrale, e*13 mette a disposizione i principali standard attualmente in uso come il BB92 e il BB30, il PF30, il T47 e ovviamente il più tradizionale BSA filettato, largamente tornato in auge in questi ultimi anni, che è proprio la versione che ho montato per il test. Tutte le guarniture della serie Race di e*13, ossia tutte le guarniture in carbonio, utilizzano un perno da 30mm quindi necessitano di un movimento centrale dedicato che a sua volta necessita di una chiave dedicata che e*13 fornisce in dotazione, la stessa che si utilizza per stringere la ghiera che fissa la corona sulla guarnitura.

Irrinunciabili per delle pedivelle in carbonio di questo valore, e*thirteen fornisce di serie dei cappucci di protezione che mettono al riparo le punte delle pedivelle dagli urti e dalle scalfiture contro rocce e ostacoli, accessori ormai comunemente adottati da tutti i principali produttori di pedivelle in carbonio. Nello specifico, questi realizzati da e*13 sono discretamente spessi e robusti, dotati di un ulteriore rinforzo all’esterno in grado di assorbire meglio gli urti e come si evince dalla foto seguente, hanno svolto un ottimo lavoro contro le ruvide rocce liguri. Il peso è di soli 11 grammi per la coppia, quindi sebbene siano particolarmente massicci, pesano 1 grammo in meno di quelli più minimali forniti da SRAM.

Ho montato la guarnitura TRS Race Carbon sulla mia bici da enduro, la MDE Damper che avete visto spesso in quest’ultimo anno nei vari test di componenti, in abbinamento a cambio e catena SRAM X01 e alla cassetta Helix R, sempre di e*13. Il test è durato circa 5 mesi con uso sia pedalato che meccanizzato, prevalentemente sui percorsi di Finale Outdoor Region. Il montaggio è stato veramente semplice e sotto questo aspetto e*thirteen è migliorata notevolmente negli anni, passando da una procedura piuttosto macchinosa per i primissimi modelli di guarnitura di una dozzina di anni fa a una procedura estremamente intuitiva su queste ultime versioni. Durante il montaggio, la qualità percepibile al tatto dei materiali e delle lavorazioni è molto buona.

Il movimento centrale ha retto molto bene durante tutto il test e sia al tatto, facendo ruotare i cuscinetti con le dita, sia durante l’utilizzo, sembra essere di qualità superiore rispetto a quelli forniti di serie con le guarniture dei principali competitor Shimano e SRAM, senza scricchiolii o altre rumorosità e senza alcun cenno di attrito anomalo o di scorrimento ruvido. Anche la corona UL si è comportata egregiamente, sia come silenziosità che come ritenzione della catena, dato che non ho mai avuto alcun problema di caduta o di sobbalzi. Anche la resistenza all’usura è molto buona e i denti della corona, nonostante l’utilizzo intenso, sono ancora in ottime condizioni come potete constatare dalle foto.

Le pedivelle offrono una rigidezza strutturale incredibile che si nota soprattutto nell’assenza di quella torsione che più o meno manifesta la maggior parte delle pedivelle più diffuse, sia in carbonio che in alluminio. Rigidezza che, nel complesso della guarnitura, è incrementata dal perno da ben 30mm di diametro che contribuisce a renderla monolitica. Alla rigidezza strutturale delle pedivelle d’altro canto si accompagna l’elasticità intrinseca del materiale composito che ha un ottimo comportamento nell’assorbire le vibrazioni, caratteristica che avevo già apprezzato riguardo alle tecnologie impiegate da e*thirteen nella costruzione del carbonio in occasione del test del loro manubrio Race Carbon 35.

Nonostante la quarta generazione del modello TRS Race Carbon sia stata oggetto di una riduzione sia del volume complessivo che del fattore Q, comunque quest’ultimo risulta abbastanza largo dato che la stessa guarnitura è adatta a un range di utilizzo che va dai telai non Boost a quelli Super Boost. La linea catena si regola tramite gli spacer della corona, ma il fattore Q resta lo stesso per tutti e tre gli standard. La maggiore larghezza tra i pedali si avverte distintamente una volta in sella ma personalmente non mi dispiace affatto come sensazione, soprattutto in discesa. Lo spessore importante della pedivella e la sua forma squadrata favoriscono qualche interferenza con le scarpe nei movimenti in discesa, nulla che si avverta durante la guida ma, come avrete notato dalle foto, il frequente sfregamento ha messo a nudo il carbonio, oltrepassando la pellicola protettiva e la vernice. Buona invece la resistenza agli urti. Nella foto seguente vedete le conseguenze di un colpo veramente molto forte inferto da una pietra alzata dalla ruota anteriore. La pietra ha lasciato solo un segno estetico, intaccando la vernice ma non il carbonio.

Pesi

Peso dichiarato (170mm con corona UL da 32t): 425g
Peso verificato (170mm con corona UL da 32t): 458g

Pedivelle: 399g
Protezioni pedivelle: 11g
Movimento centrale BSA: 90g
Corona UL 32t: 55g
Corona SL 32t: 66g

Prezzi

Pedivelle: €399 (senza corona e movimento centrale)
Corona UL: €64,90
Corona SL: €54,90
Movimento centrale BSA: €36,90

Garanzia di 5 anni

e*thirteen

 

Commenti

  1. io ho avuto una raceface aeffect (base di gamma) in alluminio per 4 anni, ormai da 1 anno sostituita da una raceface sixc in carbonio (che dovrebbe essere super robusta poichè destinata ad enduro e dh) e tra le due non ho avvertito la benchè minima differenza, nè di rigidità nè tantomeno per lo smorzamento di vibrazioni. mah.....
  2. Io ce l'ho montata di serie sulla capra, il sistema aps è abbastanza delicato essendo in plastica, in una attimo tende a spanarsi quando lo si smonta per fare manutenzione. Oltre a questo non protegge molto il cuscinetto dall'acqua, col risultato che tende a saldarsi sul perno. Grasso abbondante ed estrema attenzione nelle fasi di smontaggio risolvono la situazione.
  3. fabio777:

    Io ce l'ho montata di serie sulla capra, il sistema aps è abbastanza delicato essendo in plastica, in una attimo tende a spanarsi quando lo si smonta per fare manutenzione. Oltre a questo non protegge molto il cuscinetto dall'acqua, col risultato che tende a saldarsi sul perno. Grasso abbondante ed estrema attenzione nelle fasi di smontaggio risolvono la situazione.
    Il sistema APS è piuttosto delicato, concordo, anche se non è meno incline a subire danni per eccessiva coppia di serraggio di quanto non sia il sistema di precarico utilizzato SRAM. Quello di Shimano è nettamente più semplice e robusto ed altrettanto efficace. Per quanto riguarda i problemi di grippaggio onestamente non mi è mai successo nulla di nemmeno simile a un problema di aderenza tra perno e pista del cuscinetto ma va considerato che montando e smontando spesso le bici per aggiungere, togliere, sostituire componenti per i vari test, tendo a pulire e ingrassare adeguatamente con relativa frequenza. Effettivamente e*13 consiglia di ingrassare abbondantemente. Che forse YT abbia lesinato sul grasso in fase di montaggio?
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