Caduta fatale sul Monte Rosa. RIP Flavio

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Gran brutta notizia dal Monte Rosa. Durante una discesa in snowboard dalla Punta Nordend (4.609m) Flavio Migliavacca, conosciuto nel forum come Flavio, è caduto per oltre mille metri ed è morto.

Dal Corriere:



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Una caduta avvenuta sotto gli occhi dell’amico, 37enne, con cui era salito in vetta, che ha assistito impotente alla sua morte. Il corpo di Migliavacca è stato trovato, ormai senza vita, solo dopo alcune ore di ricerca. Era parzialmente sepolto dalla neve a 2700 metri di quota. Un recupero reso difficile anche dai numerosi distacchi di rocce e materiali dalla montagna causati dalle alte temperature.
L’avventura dei due alpinisti era iniziata giovedì notte. Insieme avevano affrontato l’ascesa alla Punta Nordend, la quarta del Monte Rosa a 4.609 metri di altezza. Avevano deciso di attraversare la Via Brioschi. Un’impresa molto difficile che i due amici, esperti scalatori e amanti della montagna, avevano studiato nel dettaglio nei giorni precedenti. Sapevano come affrontare quella parete e come scendere a valle. Entrambi avevano più volte percorso le vette più importanti, anche con Cala Cimenti, cimentandosi in nuove vie.

Anche questa volta, arrivati in cima avevano deciso di provare un percorso nuovo. Ma in un tratto in cui si era reso necessario scendere con la corda, a circa 4mila metri di quota, qualcosa è andato storto. E Migliavacca è precipitato. E’ stato lo stesso compagno di escursione a lanciare l’allarme. Illeso, è stato recuperato con il verricello dal soccorso alpino e dall’elicottero del 118. Per il compagno invece non c’è stato più niente da fare. Individuato dai tecnici del Soccorso alpino a bordo dell’eliambulanza, la salma è stata trasferita a Macugnaga e messa a disposizione della procura.

Potete trovare alcune delle sue avventure qui.

Riposa in pace Flavio.

 

Commenti

  1. Una dose di spregiudicatezza attraversa tutti noi, ognuno al proprio livello, ognuno con la propria esperienza. In realtá tutti noi abbiamo un inizio e una fine. Resta il fatto che la ricerca dello stupore prevede il non controllo e il rischio. Accettiamo la fine, rimane eterna e inscalfibile l’idea.
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