Nuova sede avveniristica per Mondraker

31

Mondraker presenta oggi il suo nuovo quartier generale, inaugurato recentemente a Elche, nei pressi di Alicante, la città dove nacque il brand iberico. Un edificio fuori dal comune che si connette con l’immagine del brand, unendo funzionalità e design, riunendo ufficio e struttura produttiva in un unico spazio.



.

Il nuovo edificio mostra un design minimalista e all’avanguardia che evoca la tecnologia presente nelle biciclette Mondraker. Strutture in cui prevalgono il comfort e il rendimento di tutti i dipendenti, creando un ambiente di lavoro in cui sono incoraggiati il ​​lavoro di squadra e il flusso di informazioni tra i reparti.

Le nuove strutture dispongono di ampi spazi di lavoro interni ed esterni, in cui esporre le diverse collezioni di prodotti Mondraker e testare le ultime novità.

Il suo design circolare invita a esplorare liberamente il luogo da tutte le direzioni. 12.000 metri quadrati di superficie dove il 99% delle biciclette viene ideato, sviluppato e assemblato. L’architettura anticonformista dell’edificio si distingue per la sua forma ispirata alla struttura di una ruota. Un cilindro in vetro e acciaio che predomina nell’ambiente per la sua unicità.

Le ultime tecnologie hanno permesso di combinare la facciata trasparente con una rete esterna in acciaio che gestisce il controllo solare per ridurre al minimo il consumo di energia. La luce naturale è stata una chiara priorità dove le ampie superfici vetrate consentono di godere del sole mediterraneo durante tutto l’anno, creando un ambiente di lavoro caldo e accogliente.

La forte crescita del marchio ha dato origine a nuove esigenze, risolte grazie alla nuova sede. Lo spazio di lavoro per le diverse squadre è stato una priorità, creando l’ambiente necessario per il corretto sviluppo del marchio a tutti i livelli. I reparti più tecnici, come R&D, Engineering o Design, dispongono di nuove risorse che incorporano le più innovative tecnologie nei loro processi.

A loro volta, i reparti di produzione hanno una nuova struttura. Lo stabilimento di produzione, in cui sono assemblati praticamente tutti i modelli, è in grado di raddoppiare l’attuale produzione di biciclette. Un forte impegno per una continua evoluzione.

mondraker.com

 

Commenti

  1. frenk:

    Chiaro, ma non è obbligatorio rispondere a commenti con superficialità se non si conosce ciò di cui si parla.



    Potrei sbagliarmi... ma nessuno lo ha mai definito "bio". Io no di certo.



    Su questo concordo assolutamente e allora sì che avrebbe avuto "un occhio per l'ambiente" (usando parole tue)... ma non abbattendo dei poveri alberi per fare qualcosa che avrebbe avuto solo l'aspetto trendy del fake green che va tanto di moda adesso ma che di eco friendly avrebbe avuto ben poco rispetto ai moderni canoni di eco sostenibilità in bio edilizia.
    conosco benissimo di cosa parlo, ho qualche dubbio su di te, ma magari potresti però aggiornarmi con questi nuovi materiali, così posso giudiucare meglio.

    Che la bio edilizia in legno sia fake green lo dici tu, e senza portare nessuna argomentazione, almeno per ora.

    certo che è sempre un "piacere" discutere con te.
  2. marco:

    ehm

    https://www.theguardian.com/environment/gallery/2021/apr/16/forests-felling-swedens-ancient-trees-biodiversity-sami-environment
    ok, abbattere alberi secolari non è il massimo e va contro le regole della bioedilizia e mi dispiace che le renne non abbiano più licheni da mangiare.
    poi bisogna vedere se questi alberi finiscono in mobili ikea, nella stufe a pellet o nella bioedilizia.
    come al solito la coperta è corta, la casa in sughero non si può fare, neanche in bamboo, almeno da non voler trasformare le aree agricole in campi di bamboo, che poi richiede 5 anni di crescita per lignificare ed essere pronto, richiedesse solo 1 settimana come dice qualcuno vivremmo tutti in case di bamboo felici e contenti.
  3. frenk:

    Lo storico delle tue numerose segnalazioni dice il contrario.



    Basta anche solo la tua predisposizione, dato che ti è capitato spesso di fare interminabili polemiche pur dicendo la stessa identica cosa del tuo interlocutore.



    Mio malgrado e non certo per diletto.



    Infatti dicevo proprio l'opposto e mi sembra di essermi spiegato più che chiaramente. La bioedilizia utilizza ANCHE il legno ma, soprattutto negli ultimi anni privilegia altri materiali più facilmente rinnovabili (e con questa è la terza volta che lo scrivo!)... il che significa che costruire in bio edilizia significa usare anche il legno, ma costruire con il legno NON significa automaticamente essere green, eco sostenibili o usare materiali rinnovabili. A volte del legno se ne abusa per puro vezzo estetico e non funzionale ed è quanto di più distante dall'essere green nonostante miri ad averne l'aspetto: questo è ciò che definisco fake green.



    La bio edilizia e nello specifico il concetto di casa passiva è una delle mia grandi passioni e mi informo costantemente e accuratamente sull'argomento da circa 15 anni. Il lamellare è un composito di legno e la cellulosa è una fibra ricavata dalla carta riciclata, trattata per essere ignifuga, antibatterica, antimuffa e antimicotica, quindi entrambi materiali che confermano ciò che ho scritto nei precedenti commenti: per costruire in bioedilizia ci sono materiali migliori del legno integrale, sia per proprietà che per prestazioni che per rinnovabilità.



    In nord Europa la bioedilizia è largamente diffusa come evoluzione dei loro concetti costruttivi tradizionali. In altre zone come per esempio in molte aree montane di tutto l'arco alpino (dalla Francia all'Austria passando per Svizzera e Italia), del legno se ne abusa sia per scopi strutturali che per motivi meramente estetici ma non certo per un concetto di bioedilizia dato che accompagnano il tutto con un abuso di materiali isolanti sintetici, a conferma di come il discorso di "costruire in legno" non sia affatto sinonimo di eco sostenibilità.



    Il marchio FSC compare ormai praticamente ovunque in quest'epoca di "green trendy", non sveli nulla di nuovo. Per quanto possano certificare la sostenibilità della provenienza dei prodotti, la deforestazione che ne deriva non è concretamente sostenibile. Considerando quanto tempo ci stiamo mettendo a deforestare la terra e quanto tempo ci mette un albero a crescere, ci sono altri materiali che crescono in SETTIMANE, non decine di anni, che sono preferibili. Gli alberi vanno ripiantati sì, ma non per usarli in modo massivo, si piantano per lasciarli lì dove sono e usarli solo per ciò che è strettamente necessario, se c'è un'alternativa si usa l'alternativa, soprattutto se lo scopo è quello di voler essere eco friendly. 10 alberi ripiantati, un albero tagliato... sarebbe decisamente più sostenibile e forse riporterebbe in bilancio il disastro combinato nell'ultimo mezzo secolo. Il fine ultimo deve essere quello di avere più alberi nelle foreste, non più legno a disposizione per le segherie! Altrimenti non si cerca la sostenibilità ambientale ma semplicemente il ripristino della materia prima.



    Tutte le materie prime che ti ho precedentemente elencato vengono coltivate anche in Italia, compreso il bambù gigante che cresce più che rigoglioso alle nostre latitudini e sicuramente impiega molto meno di un larice e di un abete a diventare materiale edile, diciamo qualche settimana invece di 30-50 anni, oltre al fatto importantissimo dell'occupazione di suolo dato che un ettaro di coltivazione di bambù, in termini di materiale edilizio, rende come 20 ettari di foresta. E qui si torna a mettere sul piatto della bilancia l'enorme rinnovabilità di alcuni materiali rispetto al legname, che è ciò che sostengo dal primo commento. Non ho altro da aggiungere.
    In bergamasco si dice che è più facile insegnare ai “sòc” oppure si dà direttamente del “sòc” alla persona.
    Guarda caso “sòc” è il ceppo
Storia precedente

[Video] Scout e Sentinel ora anche in alluminio

Storia successiva

Ad un passo dal Paradiso

Gli ultimi articoli in News