Yeti SB150 custom per test di durata

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Dopo la Mondraker Foxy 29 DSB Bonandrini ci ha spedito il telaio della Yeti SB150 per un test di durata. Una bicicletta della stessa tipologia e con la polivalenza necessaria per poterci fare grandi giri così come giornate meccanizzate. Andiamo a vedere il montaggio, anche se nel tempo cambierà perché useremo il telaio per fare diverse prove di componenti nuovi.



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La SB150 è una 29 pollici con 150mm di escursione al posteriore, gestiti da un Fox Float X2 con levetta per la chiusura rapida della compressione. Vi ho abbinato una forcella Fox 36 Factory Grip2 con 160mm di escursione con rake da 37mm.

Il sistema di sospensione è lo Switch Infinity, che ormai si trova da anni su tutte le Yeti. Rispetto alla prima versione, ora è più protetto dallo sporco alzato dalla ruota posteriore perché incassato nel telaio.

Una novità assoluta è il nuovo Yep Components Uptimizer 3.0, in fase prototipale avanzata. Quello che vedete in queste foto ha 155mm di escursione ed è in assoluto il più sensibile e plush che io abbia mai provato. Lo si sente subito anche abbassando la sella con la mano da fermi, basta davvero pochissima pressione per farlo muovere. Non ha giochi laterali, vedremo alla fine del test.

Lo standover è molto basso, lo si nota anche dalla ghiera più piccola rispetto al 2.0, e da quanto fuoriesca dal telaio di taglia L per me che sono alto 179cm con un cavallo di 74cm (sella-movimento centrale).

Oltre a ciò, quello che lo rende molto interessante è il poterci fare manutenzione da soli, senza bisogno di attrezzi particolari. Se per caso avesse gioco verticale, il bleedport posto nella parte alta (sotto la sella) permette di togliere l’aria entrata nel sistema. Un’altra chicca, che non si vede, sono i token che ne aumentano la progressività a fine corsa, rendendo meno brusco l’impatto quando si abbassa del tutto la sella. In questo ce ne sono due. Saranno presenti nella confezione.

Molto curati i dettagli, come la pressione minima e massima da inserire (cliccare sulla foto per ingrandire). L’Uptimizer 3.0 sarà sul mercato da inizio 2020, se avete domande postatele qui nei commenti, @church ha detto che risponderà.

Le ruote sono le nuove DT Swiss EXC 1200 Spline 30, con il nuovo Ratchet EXP che vi abbiamo presentato qui. I cerchi sono in carbonio, con canale interno di 30mm. Il peso rilevato è di 810 grammi all’anteriore e di 930 grammi al posteriore.

Anche la gommatura è una novità, si tratta delle Specialized Butcher (anteriore) ed Eliminator (posteriore) 2.3″ e con la nuova carcassa Grid Trail, più leggera della Black Diamond ma più resistente della Grid. Il peso rilevato è rispettivamente di 1.028 e di 1.075 grammi.

L’impianto frenante è un Magura MT7 con i nuovi dischi MDR-P, entrambi da 200mm. Questi dischi sono pensati per utilizzi gravosi ed arrivano addirittura a 220mm di diametro. Non esistono sotto i 200mm.

Gli MT7 sono molto potenti e verranno paragonati ai Trickstuff Direttissima in una prova comparativa. Magura ci ha mandato anche diverse leve, intercambiabili con quelle montate di serie, oltre a pastiglie con mescole differenti.

Un’altra novità si trova nei tappi delle manopole, delle Fabric 5051. Sono i Tappabuchi di Effetto Mariposa, vale a dire che servono per stoccare nel manubrio i vermicelli per la riparazione delle gomme tubeless. Un tappo ha una forchetta per il vermicello da 1.5mm di spessore, l’altro ha quella più grande da 3.5mm.

Eccole estratte e pronte all’uso. I vermicelli sono quelli classici acquistabili un po’ ovunque.

A proposito di manubrio e relativo attacco da 35mm, si tratta del Pro Taper da 800mm di larghezza, in carbonio.

I più attenti avranno notato una guaina più piccola delle altre: è quella che proviene dal comando remoto dell’Uptimizer 3.0. Rimasto invariato il comando, il cavo è più sottile e dovrebbe scorrere meglio.

Nel tubo sterzo non poteva mancare l’EDC Tool di One Up Components, ormai immancabile sulle bici che uso a lungo. Nella prolunga ho messo dei vermicelli di scorta.

Come noterete non dico molto sulla trasmissione, una SRAM Eagle 1×12, perché mancano il deragliatore e il manettino wireless AXS, persi da circa un mese in giro per l’Europa in un pacco che dovrebbe però arrivare nei prossimi giorni. Provvederò ad aggiornare le foto appena li avrò montati.

Per finire vale la pena dire che montare la SB150 è stato molto facile, grazie ai passaggi interni guidati, che la rendono anche molto silenziosa su sentiero. Anche il passaggio del cavo del reggisella telescopico è ben studiato, perché c’è uno sportellino sotto il movimento centrale che consente di indirizzare la guaina dal tubo sella al tubo obliquo.

Il peso della bici senza pedali è di 13.75 kg.

 

Commenti

  1. cosa indendi per:"ora lo swict infinity è piu protetto perchè inassato nel telaio"?E' dalla sb6 che è in quella posizione...
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