Elettronica nei componenti MTB: è questo il futuro?

C’era una volta il ciclocomputer, l’unico accessorio della MTB a essere dotato di batterie. Negli ultimi anni anche questo piccolo oggetto si è evoluto, arricchendosi di funzioni come il GPS, programmi di allenamento e sistemi di diagnostica che includono gli ormai desueti cardiofrequenzimetri fino ai più avanzati misuratori di potenza. Navigatori satellitari di ogni foggia e dimensione o smartphone con mille applicazioni per il ciclismo e la MTB.



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Ormai l’elettronica è entrata con totale disinvoltura nella quotidianità di ognuno di noi, in qualsiasi ambito della nostra vita… e la MTB non fa affatto eccezione, non solo per quanto riguarda gli accessori ma anche per quanto concerne i normali componenti, nei quali in molti casi l’elettronica ha trovato impiego. Oltre ovviamente alla sfera delle eBike, dove l’elettronica per definizione gioca un ruolo primario, esistono numerosi esempi di componenti tradizionali che negli ultimi anni hanno visto nascere una loro versione a gestione elettronica.

Cannondale aveva già rivolto uno sguardo verso il futuro nel lontano 2001 quando mise in produzione la Lefty 2.0 ELO, dotata di lock out elettronico, per poi tornare sull’argomento nel 2009 con un nuovo prototipo di Lefty denominata Simon, con un controllo elettronico evoluto e gestito da una centralina che offriva diverse impostazioni.

Era il 2012 quando dalla collaborazione di Lapierre e RockShox nacque il sistema e:i Shock, una combinazione di sensori e relè collegati a una centralina in grado di leggere il comportamento della bici secondo la situazione di riding e intervenire di conseguenza sulla regolazione della compressione dell’ammortizzatore.

Shimano ha sviluppato nel 2014 la trasmissione con comando elettronico Di2 di cambio e deragliatore, regolabili tramite applicazione da smartphone e applicati sia sul gruppo XTR che sul gruppo XT.

SRAM offre invece un sistema elettronico wireless sul cambio eTap, attualmente disponibile per BDC ma che sarà presto disponibile anche per MTB, come dimostra la bici di Nino Schurter.

Anche altri marchi hanno sviluppato dei sistemi ibridi per poter comandare il cambio tramite sistemi elettronici, come per esempio Archer Components con il suo D1X.

Quarq, marchio del gruppo SRAM, ha acquistato e sviluppato il progetto ShockWiz, piccolo device da collegare alla camera dell’aria delle sospensioni per effettuare una sorta di telemetria che aiuta a migliorare il setting tramite la lettura costante dei dati durante l’utilizzo e la loro successiva l’elaborazione per mezzo di un’app dedicata su smartphone.

Magura ha applicato l’elettronica al suo reggisella telescopico, il Vyron Elect, dotato di comando wireless che elimina completamente cavi e guaine.

L’elettronica è approdata anche al controllo della pressione dei copertoni in tempo reale. Hutchinson ha realizzato il suo sensore Connectires mentre Quarq ha sviluppato un sensore dal principio di funzionamento simile allo ShockWiz che abbiamo appena citato, battezzato TyreWiz.

Anche FOX sta lavorando da diversi anni su sistemi elettronici per la gestione in tempo reale delle sospensioni. Il sistema Live Valve per ora è commercializzato nel settore automotive ma non è un segreto che presto ne vedremo l’applicazione anche nel settore MTB.

È evidente che alcuni di questi progetti hanno avuto o stanno tuttora avendo più successo di altri, mentre alcuni non hanno suscitato il clamore sperato. L’elettronica di fatto però sta entrando lentamente e gradualmente nel mondo della MTB dove sicuramente non sfonda una porta aperta ma cerca di crearsi il suo spazio, superando diffidenza e indifferenza. Ciò nonostante lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate che consentono ingombri minori, consumi ridotti e quindi batterie sempre più piccole, sta favorendo l’adozione su diversi componenti e presto bisognerà fare i conti con un numero sempre maggiore di componenti elettronici, gestiti da app su smartphone o da apposite centraline. Il futuro potrebbe anche portarci a un unico sistema che controlla diversi componenti interfacciandoli tra loro e gestendoli automaticamente o secondo dei preset, magari andando oltre le sole prestazioni e includendo anche sistemi di sicurezza come delle luci integrate per quando fa buio o la chiamata di emergenza automatica in caso di incidente. Sarà questo il futuro della mountain bike?

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