Canyon Strive

La nuova Canyon Strive provata sui sentieri di Finale

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Canyon presenta la nuova Strive. Dopo aver ormai rinnovato l’intera gamma, il marchio di Koblenz si è dedicato alla sua bici da enduro race. La Strive è stata aggiornata in ogni dettaglio per affinare le prestazioni in ambito agonistico ma resta strettamente fedele al precedente modello di cui rappresenta la naturale evoluzione. Abbiamo avuto la possibilità di provarla in anteprima per voi sui trail di Finale Ligure.



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Gli ingegneri di Canyon hanno iniziato a lavorare al nuovo modello di Strive circa due anni e mezzo fa, prendendo spunto dai consigli del team per aggiornare il precedente modello affinché fosse assolutamente performante per le gare di Enduro World Series e per come si sono ulteriormente evolute nelle ultime stagioni.

Dettagli Canyon Strive

Maggiore escursione, nuove geometrie aggressive e regolabili, un telaio più rigido e robusto e un sistema di sospensione aggiornato mentre resta invariata l’adozione dello Shapeshifter. Andiamo a scoprire tutti i dettagli della nuova Strive.

  • Materiale telaio: fibra di carbonio
  • Formato ruote: 29″
  • Corsa anteriore: 170mm
  • Corsa posteriore: 160mm
  • Geometrie variabili: sì (reach)
  • Geometrie variabili in corsa tramite Shapeshifter
  • Interasse ammortizzatore: 230×65mm
  • Trasmissione: 1×12 (32t / 10-51)
  • Attacco portaborraccia
  • Attacco porta oggetti
  • Peso dichiarato: 15,84kg

Per quanto le linee generali del telaio siano rimaste invariate, il dettaglio della sezione dei tubi è stato completamente rivisto con forme più larghe e spigolose che assicurano maggiore rigidezza strutturale. A questo dettaglio viene associato un diverso lay up delle pelli di fibra di carbonio che vanno a formare un telaio più rigido e più robusto del precedente, ma di conseguenza anche più pesante, con circa 300 grammi di aggravio. Il peso del telaio completo comunque è di soli 2.700 grammi, circa 100 grammi più della Spectral.

Canyon Strive

Canyon resta fedele all’adozione del sistema Shapeshifter che consente di variare in corsa sia le geometrie che l’escursione posteriore della Strive tramite un comando remoto al manubrio. Lo Shapeshifter è la versione 2.0 quindi resta invariato rispetto al modello precedente e offre sempre una variazione di 1.5° sugli angoli e 15mm sull’altezza del movimento centrale, però viene abbinato a un ammortizzatore con maggiore corsa che implica due importanti cambiamenti.

Canyon Strive

Il primo è che l’ammortizzatore ha più volume d’aria, quindi una pressione inferiore, che consente un’attivazione più morbida e fluida dello Shapeshifter. La pressione da inserire nel piccolo ammortizzatore Fox che attiva lo Shapeshifter è la stessa che si ottiene regolando il sag dell’ammortizzatore principale.

Canyon Strive

Il secondo è che ora offre 160mm di escursione in posizione da discesa e 140mm in posizione pedal, quindi si ha maggiore escursione rispetto al precedente modello, soprattutto in posizione pedal che diventa più sfruttabile sia nelle salite sconnesse, dove garantisce maggiore trazione, sia nelle discese più scorrevoli e guidate dove offre un maggior compromesso tra stabilità e assorbimento.

Il sistema di sospensione della nuova Strive è stato rivisto, spostando il giunto Horst più in basso del perno ruota per una maggiore rigidezza del carro, mentre la cinematica è stata migliorata soprattutto per quanto riguarda l’anti-squat e la conseguente stabilità in pedalata. La curva di compressione offre la stessa progressività ma distribuita su un’escursione maggiore di 10mm per cui il comportamento generale è più plush.

Interessante la possibilità di variare la lunghezza del top tube per regolare il reach a proprio piacimento in un range di 10mm (+/-5mm) tramite le calotte della serie sterzo ellittiche che funzionano di fatto come una coppia di flip chip. Con questo sistema, ereditato dalla Sender, la bici da DH di Canyon, anche i rider a cavallo tra due taglie possono scegliere se prendere una taglia più lunga e accorciare il reach o viceversa. Inoltre diventa una possibile regolazione per settare la bici al meglio in ambito race in base ai tracciati su cui si deve gareggiare: tracciato veloce con reach lungo oppure tracciato tortuoso con reach corto.

Il triangolo anteriore offre spazio sia per un portaborracia sull’obliquo che per un porta oggetti sotto al top tube. In foto vediamo quello specifico prodotto da Canyon che abbiamo trovato già montato sulla bici, ma è possibile montare qualsiasi prodotto dedicato, dato che il passo delle viti è quello standard per il portaborraccia.

Il passaggio dei cavi è interno al telaio, guidato tramite tubi di schiuma espansa che facilitano il routing ed eliminano il rumore. A proposito di rumore, assolutamente efficace il batticatena che rende la Strive silenziosissima, cosa che già avevo apprezzato sulla Torque che infatti utilizza lo stesso batticatena. Abbondante e ben sagomata anche la protezione sotto al tubo obliquo.

Per quanto riguarda l’allestimento, Canyon ha optato per componenti al top, efficaci e affidabili. La forcella è una Fox 38 Factory da 170mm di escursione, abbinata a un ammortizzatore Float X2 sempre in versione Factory. La trasmissione Shimano ha cambio e comando XTR e cassetta XT 10-51 ed è abbinata a una guarnitura in carbonio NextR di RaceFace e a un guidacatena con paracolpi inferiore.

I freni sono sempre Shimano XTR, ovviamente a 4 pistoncini. Le ruote sono DT Swiss EX511 e sono montate tubeless con copertoni Maxxis, Assegai all’anteriore e Minion DHR II al posteriore, entrambi in mescola Maxxgrip e carcassa EXO+. Cockpit e telescopico sono prodotti della gamma G5 da gravity di Canyon.

Geometrie Canyon Strive

Le geometrie rappresentano probabilmente il cambio più radicale nello sviluppo della nuova Strive, proprio perché il precedente modello, in ambito agonistico, soffriva di geometrie decisamente conservative. La nuova Strive è invece molto aggressiva con un angolo di sterzo di ben 63°, un front-center importante e un carro relativamente corto per conservare maneggevolezza anche nei tracciati più tortuosi.

Allestimenti

La Strive è proposta in due allestimenti, ciascuno dei quali disponibile in due colorazioni, argento e nero o grigio e arancione. Per l’allestimento CFR la richiesta è di €6.299 mentre per l’allestimento CFR Underdog la cifra scende a €4.999.

Canyon

 

Commenti

  1. reddummies:

    Tre anni che uso una Strive 29, con tanto park (circa 25/30 uscite a stagione), e l'unica cosa che ho fatto allo ShapeShifter, è stato gonfiarlo a pressione giusta quando è arrivata la bici, da li in poi non ho più fatto nulla, manco controllare la pressione se fosse ancora giusta, e non ha mai dato un problema o mancato un colpo!
    Vero, la mia ha 4500km e lo shape non ha perso un colpo, bici davvero polivalente, non saprei davvero con cosa sostituirla
  2. lorenzom89:

    infatti questa è una cosa scandalosa..
    non dico che devi farci un everesting.. però almeno provare un 1000mt di dsl sia su asfalto che su sentieri per vedere come si pedala poteva farla..
    la scusa che sia una bici "racing" non regge.. è proprio nell'enduro racing che in teoria le salite si fanno pedalando.. quindi anche la pedalabilità conta..

    per fortuna le bici da usare "da bici"(cioè da pedalare in salita) le fanno ancora.. ad esempio la Spectral CF8 con tutto quello che serve per fare dell'enduro serio e quasi 14kg di peso a un prezzo "umano" 4500 euro..
    Tutto vero, nei test delle ultime bici non ne parlano proprio della salita, però lo hanno specificato tante volte che è una bici da gara per chi fa gare quindi essendo allenato non ha problemi a pedalarla.
    chi non fa gare non la deve comprare.. la intendo così
  3. lollo72:

    Mi piacciono le forcelle a steli rovesciati , ma il Float X2 rovesciato con barilotto in basso propio non mi va , non c'era modo di posizionarlo normalmente ? E' più questione di ingombri o per via dello shapeshifter ?
    È il verso corretto in cui montare il Float X2. La parte più pesante (stelo e piggy back) va montata dal lato fisso sul telaio, la parte più leggera (barilotto dell'aria) va montata dal lato in movimento, quindi sulla biella che lo comprime.
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