Avrete visto tutti il video del ciclista belga che spinge per terra una bambina, rea di non essersi spostata dalla ciclabile coperta di neve, malgrado lui avesse suonato una sorta di campanello più volte. Se ve lo siete persi, eccolo qui:

La bimba non si è fatta niente per fortuna, ma quello che manca nel video, a quando riferito dal Corriere, è che:
Il ciclista inoltre si sarebbe fermato per accertarsi delle condizioni della piccola e chiedere scusa imbattendosi però «nell’aggressività del padre». Per questo, per evitare che la discussione degenerasse, l’uomo in bici si sarebbe allontanato. Il punto è che nel seguito del video questa parte della scena — lo stop e le scuse — non si vede.
Il padre è lo stesso che stava riprendendo la famiglia mentre passeggiava, e che non ha avuto remore a sbattere il video online, con conseguenze catastrofiche per il ciclista, un sessantunenne con figli e nipoti, bersagliato da insulti e minacce dei soliti webeti dal social facile.
Rischierebbe la galera, anche se bisogna discernere dai titoli sensazionalistici dei quotidiani dalla realtà, che vede per ora solo un gran lavoro di avvocati, in attesa del giudizio in tribunale a febbraio. Già, perché la la procura procede per aggressione e percosse.
Forse, come ciclisti e come persone, l’unica è contro-armarsi di telecamere attaccate al manubrio, e avere un bell’account su cui potersi difendere dallo sputtanamento mediatico così in voga. Oltre, naturalmente, a stare il più lontano possibile da persone e zone abitate, cosa divenuta più difficile da quando è iniziata la pandemia, visto che girare all’aria aperta è l’unica cosa che si può fare veramente. Fermo restando che bisogna prestare attenzione agli altri fruitori di sentieri e ciclabili, a prescindere, e che quindi il ciclista del video si sarebbe dovuto fermare e aspettare che la bimba si spostasse.
La pandemia finirà, la gente tornerà nei centri commerciali ed in palestra, ma i webeti non spariranno, purtroppo, né i video che mostrano solo mezza verità.
In questo caso purtroppo il ciclista ha commesso volontariamente quel gesto e se vero che si è fermarto per accertarsi e porger scuse, altrettanto vero che il padre furbone ha pensato bene di "sputtanarlo" e magari di guadagnarci pure qualcosa...ecco in questo caso, prenderei a ginocchiate sia il ciclista, che il padre di questa innocente bambina...non mi stupirei comunque che in sede legale le cose finiscano in maniera diversa da ciò che mediaticamente viene pronosticato...vero è che il ciclista deve trovare un avvocato con le balls, perché alla fine nel video potrebbe esserci quel punto, minuscolo, che potrebbe dargli un barlume non dico di ragione, ma a suo favore, quel caspita di campanello alla fine lo ha azionato ripetutamente facendosi ben sentire, ora tocca al giudice interpretare pro o contro di lui tutti gli elementi "provatori".
In Italia un caso cosi andrebbe avanti per decenni, la non so come stanno giuridicamente...non faccio tifo per nessuno, spero solo si risolva nel migliore dei modi...e che sia da monito.
Ah già... il velodromo Vigorelli :-)