Le pagelle della stagione di cross country 2019

Quella di ieri è stata l’ultima gara importante per il cross country nel 2019. È giunta l’ora di tirare le somme di una stagione che ha visto tante conferme ma anche qualche bella sorpresa.

 


Nino Schurter: 10


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Quale altro voto si può dare all’atleta che ha vinto sia la coppa del mondo che i mondiali? E non per la prima volta, beninteso: 7 volte vincitore della coppa del mondo, 8 volte vincitore dei mondiali. Una stagione che sembrava l’inizio del declino del campione, ma che lui stesso ha rimesso in carreggiata a luglio, a Vallnord. Ieri poteva uguagliare il record di vittorie in coppa del mondo di Absalon, 33, ma il primo a tagliare il traguardo è stato il suo compagno di squadra Lars Forster, non si sa se per volere di Nino o meno. Una motivazione in più per fare bene anche nel 2020, anno olimpico che si preannuncia bollente, perché Van Der Poel prenderà parte alla gara MTB e non a quella su strada.

Mathieu Van Der Poel: 9

Il presente e il futuro del ciclimo. L’olandese è un vero talento, già campione del mondo di ciclocross, osannato in patria, temuto dai suoi concorrenti sia in MTB che su strada. Quest’annno è riuscito finalmente a vincere la sua prima gara XC a Nove Mesto, con un’azione che annichiliva Schurter e lasciava pochi dubbi sul suo reale valore. Si ripeterà in Val di Sole e a casa di Nino, a Lenzerheide. Le sue accelerazioni sono semplicemente mostruose, nessuno riesce a controbattere. Se arriva in questa forma agli imminenti mondiali su strada, lo vedremo presto con una nuova maglia iridata. Meriterebbe un 10, ma la sua assenza ai mondiali MTB e al finale di ieri a Snowshoe lasciano un po’ l’amaro in bocca a chi avrebbe voluto vedere MVDP e Schurter sfidarsi fino all’ultima gara. Al più tardi i conti si fanno alle olimpiadi di Tokio nel 2020.

Mathias Flückiger: 8

Vincente nella battaglia di Albstadt, lo svizzero è stato una costante durante tutta la stagione, culminata con l’argento ai mondiali. È uno spettacolo vederlo in discesa, è sicuramente uno dei più bravi quando la pista si fa tecnica, ripida e bagnata. Ha dato del filo da torcere a Schurter in diverse occasioni e non l’abbiamo potuto vedere ieri perché era tornato a casa dopo Monte Sainte Anne per prepararsi ai campionati svizzeri marathon, che si correranno il prossimo weekend.

Pauline Ferrand Prevot: 7.5

Fuori dalle competizioni e impossibilitata ad allenarsi per mesi a causa di una endofibrosi iliaca, è tornata alle gare a Nove Mesto migliorando costantemente il suo stato di forma, andando a vincere i mondiali e l’ultima gara della stagione a Snowhoe. Absalon se può la segue come un’ombra a bordo tracciato in sella alla sua ebike, incitandola costantemente. Una bella coppia.

Henrique Avancini: 7

Il brasiliano è super competitivo e non guarda in faccia a nessuno, vedere la polemica fra lui e Schurter alla Cape Epic. In patria è una vera e propria superstar, con tanto di trasmissione televisiva propria e bodyguards, necessarie per quando si muove per strada, visto che i fan gli saltano letteralmente addosso. Campione del mondo marathon 2018, quest’anno ha provato a battere il rivale svizzero ma non ci è riuscito neanche quanto questi ha bucato e Avancini si è trovato da solo al comando. Finisce terzo nella classifica generale di coppa del mondo, suo miglior risultato. È uno di quei personaggi che fanno bene allo sport.

Kate Courtney: 7

Quale pressione potrà mai avere una ragazza che arriva al team Scott Sram vestendo la maglia iridata, provenendo dalla concorrenza più agguerrita, e trovandosi in squadra con uno che vince sempre da anni a questa parte? Inizia la stagione alla grande, poi scoppia, rendendo la coppa del mondo femminile più interessante che mai grazie alla sua lotta contro Jolanda Neff per la vittoria nella classifica generale.

Jolanda Neff: 7

Stagione da eterna seconda: seconda ai mondiali dietro alla Ferrand Prevot, seconda in coppa del mondo dietro alla Courtney. Anche lei con una bella pressione sulle spalle, visto che è la punta di diamante del team Trek e su di lei si è puntato con il lancio della nuova Supercaliber (guardate il video, bellissimo). Ha le spalle abbastanza larghe per non soffrire troppo, visto quello che ha già vinto in carriera.

Gerhard Kerschbaumer: 6.5

Il campione italiano di XC entra in forma d’estate, come suo solito, e rimane un diesel: perde secondi prezioni in partenza, per poi recuperarli giro dopo giro. Niente vittorie quest’anno, ma una bella lotta contro Nino Schurter a Les Gets. Un gran peccato perdere l’argento ai mondiali per una foratura all’ultimo giro, ma questo succede quando l’avversario davanti a te ti mette in difficoltà e tu perdi di lucidità. Non sarebbe male vederlo in forma fin dalle prime gare della stagione e soprattutto non vederlo indietro nel gruppo dopo il primo giro. Chissà, forse le olimpiadi lo motivano a non lasciare la bici in garage d’inverno.

Luca Braidot: 6

Cosa potrebbe essere Luca Braidot con una squadra ben attrezzata alle spalle? Probabilmente non lo sapremo mai. Un peccato perché tante partenze dalla prima fila avrebbero meritato anche più podi, come il quinto posto in Val di Sole.

Team Bianchi: 4

L’annuncio del ritiro dalle corse del Team Bianchi ha lasciato stupiti, ma ci può stare se si considera che non si vedevano vittorie da tempi immemori. Più sorprendente ancora sono i piazzamenti di Tempier e Colledani una volta che hanno saputo di doversi cercare una nuova squadra. Improvvisamente ecco il francese di nuovo nelle prime posizioni, con un bronzo ai mondiali, e ieri anche l’italiano ha dimostrato di poter uscire dal limbo in cui era caduto. Quando si dice “trovare le motivazioni”….

Emily Batty: 3.5

Superpresente su Instagram, adorata dai suoi fans di sesso maschile, rompe tutti i loro cuori quando in un’intervista dichiara di sentirsi sola durante allenamenti e gare in quanto il marito (e allenatore da quando aveva 16 anni, inesistente su IG) non riesce a seguirla nelle trasferte perché la federazione canadese le ha tagliato i sussidi con cui pagava le sue spese di viaggio. Motivo a cui imputa i mediocri risultati del 2019, ben lontani dal bronzo ai mondiali del 2018. La differenza fra la vita dipinta sui social e quella reale.

Il tracciato di Snowshoe: 3

Finalmente la coppa del mondo XC torna negli Stati Uniti e cosa fanno gli americani? Ti presentano un tracciato old school, da velocità e scie, con 50 (!) atleti racchiusi in un minuto dopo quattro giri. Noioso, non fosse per la foratura di Schurter che ha creato un po’ di scompiglio nei ranghi, e brutto da vedere, con il circuito sulle piste da sci. Salvato da un pubblico entusiasta. Passerà alla storia come la gara con la tech zone in cui era più difficile afferrare la borraccia, viste le velocità stradistiche.

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